È ancora primavera 2009, quando un signore della Lecce magica e misteriosa, mi telefona per andarlo a trovare. Ha interesse a farmi vedere dei libri rari e pregiati. Mi dice di essere un signore ormai in pensione, già avvocato e collezionista di opere d’arte, ma anche d’altro. Dice ancora di avermi conosciuto grazie alle amiche della Casa editrice “Il Raggio Verde” di Lecce. Accetto di andarlo a trovare. Sta nel rione Castromediano, quindi non lontano da me.
Il suo appartamento ha ampie stanze ed un sobrio corredo, con mobili di buona qualità. Mi impressiona la presenza di numerose opere d’arte, alla pareti ottimi dipinti, sul pavimento, disegnato con motivi di maiolica, fanno bella mostra diverse sculture di grandi maestri italiani.
Non si tratta ovviamente di una casa-museo, ma di un appartamento dove le opere d’arte si trovano là dove solo perché chi ce le ha messe le vive come oggetti che quotidianamente interagiscono con lui. Mi accorgo subito che si tratta di un signore che vive solo. Percepisco una non presenza femminile avvertibile da piccoli accorgimenti. La sensazione immediata che ho è sì di grande ordine, di attentissima pulizia, ma dovuta più che altro alle esigenze dell’uomo piuttosto che di una donna. Poi, uno sguardo più selettivo alla parete del salotto e mi accorgo del perché l’assenza di una donna. Il padrone di casa comprende subito la domanda che stavo per fargli, e mi dice che sua moglie, purtroppo, con suo immenso dolore, non c’è più. È morta una decina d’anni fa, e con lei se n’era andata anche la sua voglia di vivere. A salvarlo furono i suoi due figli, che allora erano ancora adolescenti, poi anche i suoi amori per il collezionismo: francobolli, monete, libri, dipinti, sculture, oggettistica di gran pregio.
Dalle comuni amiche del “Raggio Verde” aveva saputo che anch’io amo i libri e lui, assolutamente stregato dai pregiati facsmilari del ‘900, che intende non come oggetto di lusso ma come un qualcosa di vivo, un qualcosa che ha una sua esistenza autonoma. È stato questo il motivo che lo ha indotto a chiamarmi per cercare di condividere con me qualche idea intorno a questi libri di gran pregio.
Subito dopo le consuete presentazioni mi offre un analcolico e mi chiede gentilmente se può sottopormi alla mia visione i libri che lui ritiene importanti. Do uno sguardo veloce a quelli che mi sottopone e subito mi accorgo che sono tutti non solo importanti ma estremamente rari; infatti la maggior parte di essi non è più reperibile sui normali mercati delle librerie antiquarie. Si tratta di straordinari libri facsimilari più qualche altro libro d’arte di gran pregio. Ma vale la pena di presentarli attraverso la lettura degli specimen e, là dove è possibile, attraverso la lettura dei loro colophon:
 
1. “Dante Alighieri” della Biblioteca Estense, pubblicato dalla Priuli & Verlucca Editori (Torino) nel 2000. Si tratta del facsimile del manoscritto custodito dalla Biblioteca Estense di Modena. Due volumi rilegati in quarto con cofanetto rivestito di pelle. Sono riprodotte in facsimile 140 carte (quindi 280 pagine) del codice originale. Scritto in caratteri gotici, è riccamente illustrato con immagini acquerellate, poste al margine superiore di ogni pagina e raffiguranti gli episodi salienti della “Commedia”. Il secondo volume (“Commentario”) contiene la trascrizione a stampa del manoscritto originale, accompagnato dal commento storico-critico a cura di Ernesto Milano, direttore della Biblioteca Estense. Il facsimile è interamente rilegato in pelle, con dorature ai ferri ai piatti e al dorso. Tiratura di 500 esemplari.
 
2. Francesco Petrarca, “Rerum Vulgarum Fragmenta” (autografo del “Canzoniere”), attualmente conservato presso gli archivi vaticani con la catalogazione Cod. Vat. Lat. 3195. Pubblicato da Antenore Editrice (Padova) nel 2003. Si tratta di un volume dal formato 29 x 21 cm, di carte II-II-72-II (= 4 + 4 + 144 +4 ) rilegato in velluto rosso con cordoni e tagli in oro, conforme all’originale, integrato da una cartella contenente 16 tavole di cui si offre un duplicato del facsimile, con recupero digitale di quelle pagine del codice che oggi appaiono più deperite o di minore leggibilità (principalmente per l’evanescenza dell’inchiostro originale). Il secondo volume è il “Commentario” di pagine 320 rilegato in piena tela. Tiratura mondiale: 499 esemplari numerati da 1 a 499, più 99 distinti con numeri romani. Il “Commentario”, a cura di Gino Belloni, Furio Brugnolo, H. Wayne Storey e Stefano Zamponi, offre un’attenta ricostruzione della genesi e della storia del manoscritto, una descrizione codicologica e paleografica, e infine una trascrizione diplomatico-interpretativa dei testi che potrà costituire la futura edizione di riferimento delle rime del Petrarca, nulla togliendo alla dignità della riproduzione editoriale in fototipia effettuata nel 1905 a Milano dall’Editore Hoepli.
 
3. Raffaele D’Ambra, “Napoli Antica”, facsimilare pubblicato da Franco Di Mauro Editore nel 1989 in memoria del suo autore nel centenario della morte. Si tratta di un’opera di 600 pagine (formato 33 x 44 cm), illustrate con 118 cromolitografie a tutta pagina. Il volume è rilegato in tela con dorso in pelle, fregi in oro, racchiuso in un elegante cofanetto e con una tiratura di 1600 esemplari numerati progressivamente a mano e undici dedicati “ad personam”.
 
4. Torquato Tasso, “Gerusalemme Liberata”, illustrata da Giovan Battista Piazzetta. Si tratta della ristampa dell’edizione del 1745 da Giovan Battista Albrizzi (Venezia), con 632 pagine (formato 32 x 44 cm), 83 illustrazioni nel testo e fuori testo; stampata su carta Canaletto della cartiera di Cordenons appositamente fabbricata; legatura artigianale con dorso in pelle e con nervetti ed incisioni in oro che riprendono fregi del ‘700, piatti in carta francese ed angoli in pelle; racchiusa in elegante cofanetto. Tiratura rigorosamente limitata di 1499 esemplari numerati progressivamente a mano e LIX riservati all’editore. L’opera si apre col ritratto di Maria Teresa d’Austria anziana, e dalle dediche con stemmi nelle incisioni a piena pagina che precedono ciascuno dei venti “Canti”.
 
5. Willelm Vrelant, “Libro d’Ore”. Riproduzione del codice miniato, pubblicato dalla Utet nel 2005 e realizzato da 8 a 11 colori (più oro e colori metallici). Il facsimilare (formato 26,5 x 17,5 cm) si compone di 384 pagine tutte miniate, di cui 23 miniature a piena pagina. Cucitura e legatura realizzata a mano, coperta in pelle ed elegante cofanetto in legno naturale Il “Commentario” contiene contributi di prestigiosi specialisti. Il titolo completo dell’opera è: “L’Officium Beatae Mariae Virginis secundum usum romanum”, e il miniaturista è l’artista fiammingo Willelm Vrelant, della seconda metà del XV secolo. L’importanza e la bellezza del codice sta nella presenza di splendide e raffinate cornici miniate, ognuna diversa dall’altra e tutte arricchite dall’oro, che ne impreziosiscono ogni singola pagina. Interessante particolare è che questo splendido “Libro d’Ore” del Vrelant, venne commissionato come dono di nozze, così come spesso accadeva a quei tempi. All’interno del codice è splendidamente ritratta una figura femminile raccolta in preghiera: sicuramente la committente del codice. Nella stessa carta sono presenti inoltre gli stemmi d’origine degli sposi, che gli storici ritengono appartenere alle famiglie di Robert Villetaneuse e di Feydeau de Brou. Il manoscritto fu donato nel 1806 dalla reggente Maria Luisa di Spagna alla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, dove attualmente è conservato. Tiratura di 499 copie con numerazione araba più XXXI con numerazione romana.
 
6. Rabano Mauro, “De Rerum Naturis”, facsimilare pubblicato da Priuli & Verlucca Editori (Torino). Si tratta di un codice dell’XI secolo, scritto a Montecassino. Nell’Archivio dell’Abbazia, fondata da San Benedetto nel VI secolo, si conserva questo prezioso manoscritto, prodotto al tempo dell’abate Teobaldo (1022-1035) e contenente la grande enciclopedia intitolata “De Universo o De rerum naturis”, scritta dal monaco amanuense Rabano Mauro (780-865), vescovo di Magonza. Il codice, di grande formato (35 x 49 cm), è composto da 530 pagine scritte con scrittura “beneventana” e splendidamente illustrate da oltre 360 miniature a figure e colori vivaci. L’importanza del codice sta nel testo “De Universo”, che costituisce una delle maggiori enciclopedie medievali e la prima dopo due secoli di silenzio, cioè dopo le “Etimologie” di Isidoro di Siviglia, cui Rabano Mauro si ispirò. L’opera si presenta, così, come un’immensa biblioteca di saperi in cui tutto il Medioevo viene a riflettersi: la tradizione biblica si intreccia con la storia della Chiesa. Tutto l’universo medievale allora conosciuto è trattato nei testi: mondo animale e vegetale, scansioni della vita umana, natura dell’anima e del corpo, mostri e meraviglie, fenomeni celesti e  calendari, pesi e misure, minerali e metalli, organizzazione degli Stati, musica, medicina, agricoltura, scienza della guerra, lavoro manuale, alimentazione, oggetti e strumenti di lavoro della vita quotidiana. Le miniature traducono ogni argomento in scene strabilianti, che rendono esattamente il dettato del testo facendo di questo codice un grande affresco dell’ordine universale. Tiratura di 500 esemplari, rigorosamente numerati, stampati da 8 a 12 colori nel formato originario, su carta appositamente fabbricata. Il volume è rilegato interamente a mano in mezzo vitello marrone, con piatti in legno e legacci; è collocato in un cofanetto in pieno vitello marrone con impressioni a secco sui piatti. Il “Commentario” si compone di 216 pagine, redatto in lingua italiana e contenente i testi dei maggiori esperti dell’argomento, coordinati da Guglielmo Cavallo, accademico dei Lincei.
 
7. “Rotolo Exultet”, secolo XII, conservato dalla Biblioteca Casanatense e pubblicato in soli 500 esemplari dalla Priuli & Verlucca Editori (Torino). “Exultet” è la prima parola del “Praeconium paschale” (Annuncio della Pasqua), il canto liturgico con cui, nel corso della veglia del Sabato Santo, il diacono annuncia alla comunità del clero e dei fedeli il Mistero della Redenzione compiendo il rito dell’accensione e dell’offerta del cero pasquale. Letto com’era dall’alto dell’ambone, il rotolo fu visto come il mezzo più adatto affinché i fedeli potessero comprendere meglio il significato della liturgia: le illustrazioni furono così, nella maggior parte dei rotoli, inserite capovolte rispetto al testo scritto e al diacono recitante. Man mano che questi svolgeva e faceva ricadere il rotolo dall’ambone, le figure risultavano nel senso giusto alla visione. Tra i rotoli giunti fino a noi l’ “Exultet” della Biblioteca Casanatense di Roma, prodotto a Benevento o a Montecassino nel secolo XI, costituisce uno degli esemplari di più straordinario impatto visuale per la grandiosità del ciclo iconografico, la finezza del disegno, l’elegante accostamento dei colori. Il rotolo, scritto in minuscola beneventana, è illustrato con scene del “Vecchio” e del “Nuovo Testamento” (il “Passaggio del Mar Rosso”, la “Crocifissione”), con scene di allegorie del cielo e della terra (la “Turba angelica”, la “Terra”), con altre scene della stessa liturgia (l’ “Accensione” e la “Consacrazione del cero”, la “Preghiera del diacono”). Il rotolo ha una lunghezza totale di circa 7 metri. Per rendere appieno l’antica struttura di rotolo, le singole parti (riprodotte in facsimile autentico su carta fatta appositamente predisporre a 9 colori più oro, con tutte le sfrangiature e imperfezioni presenti) sono state ricomposte come in origine e il manufatto, arrotolato, è stato inserito in un elegante cofanetto che contiene anche i commentari (in italiano e inglese) a cura di Beat Brenk, docente nell’Università di Basilea, e una introduzione di Guglielmo Cavallo, docente nell’Università “La Sapienza” di Roma e accademico dei Lincei.
 
8. Convenevole da Prato, “Regia Carmina” è la riprod uzione in facsimile del Codice miniato (formato 37 x 24 cm), pubblicato dalla Utet nel 2004, di 70 pagine con 50 miniature. Stampa realizzata da 8 a 11 colori (più oro e colori metallici) recto e verso, cucitura e legatura realizzata a mano, coperta in velluto di seta, cofanetto in radica. Volume di “Commentario” con testo integrale in latino, traduzione e apparato critico. Nel settimo centenario della nascita di Francesco Petrarca (1304-1374), è stata riproposta la ristampa in facsimile e a tiratura limitata e numerata di questo codice miniato del XIV secolo di Convenevole da Prato, che fu maestro di Petrarca. I “Regia Carmina” sono uno dei codici trecenteschi più ricco di miniature giunto fino ai giorni nostri. Il poema fu iniziato nel 1320 e la sua stesura durò piuttosto a lungo. Si tratta di un documento storico di eccezionale importanza, in cui l’autore si fa interprete di speranze diffuse, deplorando l’ambizione e la corruzione, le discordie e le guerre fra le città italiane, la decadenza di Roma abbandonata dai pontefici che risiedono in Avignone, e vede in Roberto d’Angiò il salvatore e unificatore dell’Italia. Il testo è ricchissimo di splendide miniature che, nel codice conservato a Firenze, colpiscono per la freschezza della mano e per la ricchezza del colore e degli ori. Tiratura di 330 copie numerate (300 in cifre arabe e 30 in numeri romani).
Convenevole da Prato nacque a Prato tra il 1270 e il 1275 ed è considerato il più importante scrittore pratese del Medioevo. Era professore di retorica e maestro di Francesco Petrarca per il trivio (insegnamento della grammatica, retorica e dialettica). Petrarca lo cita spesso nelle sue lettere. Intorno al 1320 iniziò a scrivere il poema “Regia Carmina”, che gli fu commissionato dal Comune di Prato come dono per Roberto d’Angiò. Nel 1336 fu nominato professore ufficiale del Comune di Prato;
 
9. “Dante Istoriato” da Federico Zuccaro, pubblicato dalla Salerno Editrice nel 2004. Si tratta dell’edizione integrale in facsimile nel formato originale del volume manoscritto. Posseduto dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi di Firenze. Stampato da Bertoncello Artigrafiche, Cittadella (Padova) su carta speciale delle Cartiere Magnani di Pescia. Tiratura di 699 esemplari.
 
10. Dante Alighieri, “La Divina Commedia”, pubblicato dalla Salerno Editrice. Si tratta dell’edizione integrale in facsimile del manoscritto del 1005 della Biblioteca Riccardiana di Firenze e della Biblioteca nazionale Braidense di Milano, noto come il “Il Manoscritto Riccardiano-Braidense”. Il “Commentario” è a cura di Iacomo Della Lana. Anche questo facsimilare è stampato da Bertoncello Artigrafiche, Cittadella (Padona). Tiraratura di 599 esemplari numerati da 1 a 599.
 
11. “L’Apocalisse di Bamberg”, di autore non specificato, pubblicato dalla Salerno Editrice nel 2002. Si tratta di un codice manoscritto di 212 pagine, riccamente miniato. Nell’Europa dell’anno Mille, in cui la suggestione di visioni catastrofiche serpeggiava tra il popolo e gli intellettuali, la dinastia sassone degli Ottoni ordinò all’Officina grafica di Reichenau un prezioso manoscritto che riproducesse l’Apocalisse di San Giovanni e alcuni passi dei quattro “Vangeli” in uso durante le liturgie. Ne risultò uno dei più preziosi manoscritti del Medioevo, cesellato con 57 miniature in oro e oltre cento iniziali dorate. Il manoscritto completo è ora riprodotto nel formato originale e nei minimi particolari. La legatura è in pelle con piatto punzonato e dorso con cordoni. Il fac-simile è accompagnato da un volume di “Commentario” che descrive la tradizione del ms e il mistero della sua commissione. Tiratura di 500 esemplari.
 
12. “Sacramentarium Episcopi Warmundi”, pubblicato nel 1990 dalla Priuli & Verlucca Editori (Torino) e dalla Diocesi di Ivrea. Si tratta del manoscritto 31 LXXXIV, conservato nella Biblioteca Capitolare di Ivrea. È introdotto dal vescovo mons. Luigi Bettazzi. Stampato dallo Stabilimento Tipografico Ferrero di Romano Canadese (Torino) su carta Nivis Demi-Matt avorio del Cir, La legatura è tutta manuale. Tiratura di 1000 esemplari.
 
13. “L’Apocalissi Oxford – L’Apocalisse di Bamberg” è un volume stampato nel 2003 dalle Officine di Bertoncello Artigrafiche di Cittadella (Padova). Si tratta del manoscritto 140 conservato nella Statbibliothek, tradotto da Laura Fachin e a cura di Gude Suckale-Redlefese e Bernard Schemmel. Tiratura di 980 copie.
 
14. “Bestiario Peterborough”, di autore non specificato, pubblicato dalla Salerno editrice nel 2004. Si tratta della pubblicazione dell’edizione in facsimilare di 48 pagine del manoscritto conservato nella Parker Library del Corpus Christi College di Cambridge. Pubblicato in tiratura limitata di soli 300 esemplari, il codice contiene la descrizione di un centinaio di animali con cenni biologici, ma anche mitologici, filosofici e religiosi. Riccamente illustrato nel XIV secolo dai monaci dell’abbazia inglese di Pietroburgo con centoquattro miniature e centotto capilettera, riporta il testo in due colonne separate da volute ornamentali con rappresentazioni di figure umane, vegetali e animali.
 
15. “Codex Purgourens Rosauensis”, pubblicato dalla Salerno editrice e conservato nel Museo dell’Arcivescovado di Rossano Calabro. Bellissima edizione integrale in facsimile. Composto in carattere Bembo nella Officina Bertoncello Artigrafiche di Cittadella (Padova). Tiratura di 750 esemplari.
 
Come si vede una ricca e pregiatissima biblioteca di un leccese che ama il libro e che lo vive nella lettura e nell’ammirazione delle miniature.
 
Maurizio Nocera