Giovedì incontro d'autore, anzi, d'autori. Protagonisti della serata, che si terrà presso la Biblioteca Comunale di San Pietro in Lama, piazza del Popolo dalle 19.00, saranno Francesco Pasca (scrittore/pittore) che dialogherà con Maurizio Nocera dell'Università del Salento.

Nella Singlossia  i due linguaggi, visivo e verbale, si intrecciano e tessono trame che consentono al linguaggio in sé di esprimersi nello scorrere del tempo.
L'opera trova la sua esplicazione attraverso questo intreccio, nodo di "verbimmagine" che porta il linguaggio al raggiungimento del pieno conoscimento di sé.
Francesco Pasca, dipinge dal 1963. Negli anni '80, l'incontro con Rossana Apicella gli apre le porte della Singlossia, catapultandolo in un percorso di ricerca che, dagli inizi pittorici del '63 ad oggi, lo ha visto scorrere fra la pittura e via via fondersi fra immagine e testo.

Maurizio Nocera è nato in provincia di Lecce nel 1947. Insegna Filosofia presso il Liceo Pedagogico di Lecce, è stato ed è uno dei punti di riferimento della cultura salentina. Giornalista, saggista, operatore culturale, poeta, scrittore, figura poliedrica appartenente alla "Splendida Generazione" di Antonio Verri, assieme, fra gli altri, a Salvatore Toma, Claudia Ruggeri, Fabio Tolledi, Antonio Errico e via dicendo.
Fra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: Lettere a "Pensionante de' Saraceni" (1990); Fabbricante d'armonia (1998); Compianto (2001); Totò Franz (2002); Il morso del ragno. Alle origini del tarantismo (2005); La contrada del poeta (2008). Maurizio Nocera, autore di una prosa e di una poetica sempre fresche, particolari, dotate di una forza narrativa che percorre le strade dell'io tessendo trame che hanno il sapore di una fiaba d'altri tempi, si depositano sulla coscienza come le storie che tutti abbiamo ascoltato da piccoli. La scrittura di Nocera si nutre di un immaginario che è visione fiabesca del mondo.
Emblema dell'anarchia poetico/narrativa di Maurizio Nocera è la sua "Non poesia per Carmelo Bene" che non si può scrivere, non si può dire e, pertanto, nel suo non essere non si può leggere.

Francesco Aprile