Poesia che sa di pelle e sangue, misto di sogni e sospiri di terra, che avvolge e spreme. Parole da vivere e non da leggere, ma da lasciarsi risucchiare, come le stesse parole sono un vortice che si risucchia da sé. Abolizione sistematica dei palpiti del cuore che si fanno onda che preme forte  su pelle e sogni, malinconie e cervello, passato e futuro in un limbo perpetuo di immaginifica creazione.

L'artista Luciana Manco inaugura la nostra rubrica interamente dedicata alla poesia con due suoi testi.



Da oggi.


Vedi, adesso.
Io sono gesti scaduti.
Un pavimento d'orme.
Che nessuno preme più.
Conto in fogli le mie rinunce
che mi hanno resa alta.
Eppure da qui non archivio più ricordi.
Non scelgo più i ricordi.
Per fortuna mi hai uccisa senza farmi morire.



Da generazionedegenerazione


A trent'anni avrò parole staccate dalle tazze.
Un cappuccio di lettere storte da scordare sul treno.
E dire ancora: non è successo niente.
Quando niente sarà successo.
E se vorrò bere vino rosso,
esplodere su una bomba,
urlare contro un drago,
ci sarai ancora tu
a rianimare di cianfrusaglie
il mio senza, il mio vuoto?
Ho dilapidato entusiasmi
puntando somme gigantesche di me sul 17.
Ho bevuto discorsi di anni
come uno o due grappini scadenti.
Mi sono distaccata dalle questioni del '68,
dalle mostre, dalle scienze.
Ho fatto affari con le mie tasche.
Ho scritto saggi sulle code dei cani.
So contare fino a te.
Non so altre lingue a parte questa.
Se un giorno chiederò ai tuoi occhi altre risposte,
tu non me le dare.
Sii solo scintilla e risacca.
Muschio e roccia.
Che non voglio più capire niente.
Voglio solo dimenticare.


Luciana Manco


Le poesie, "Da oggi" e "Da generazionedegenerazione", sono pubblicate per gentile concessione di Luciana Manco.