Prosegue con un atteso ritorno sul palcoscenico dei Cantieri di Via Dorso Strade Maestre 2009-2010 promossa da Cantieri Koreja, Provincia di Lecce, Regione Puglia, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Comune di Lecce.

Assente dalla scena teatrale leccese da 8 stagioni, ritorna il Teatro delle Albe di Ravenna che unisce innovazione e tradizione, invenzione di linguaggi contemporanei e attenzione al proprio patrimonio etnico attraverso un personalissimo percorso di creazione.

VENERDÌ 19 E SABATO 20 FEBBRAIO alle ORE 20.45 in scena ROSVITA  spettacolo-concerto ispirato ai testi di Rosvita da Gandersheim, monaca e drammaturga sassone del X secolo, che vede Ermanna Montanari nel doppio ruolo di autrice del testo e interprete.
 Al suo fianco, Sara Gandolino, Michela Marangoni e Laura Redaelli, che intonano la “musica celeste”, il gregoriano, quattro fantocci che emergono dal buio. Tutto appare attraverso la voce, il canto, i suoni.
Riprendendo uno spettacolo del ’91, Ermanna Montanari, ha costruito con la regia di Marco Martinelli questo spettacolo-concerto, presentato in prima nazionale al Ravenna Festival nel giugno 2008.
La produzione della monaca può essere letta come una prima, arcaica forma di "teatro della crudeltà". La struttura dello spettacolo, con Ermanna Montanari  voce recitante, è fedele all’intenzione con cui i drammi sono stati scritti: destinati alla lettura (declamatio) più che a una rappresentazione vera e propria, le opere di Rosvita non hanno nulla in comune con i drammi liturgici che nascevano proprio nella stessa epoca e da cui si svilupperà il teatro occidentale. Alternati talvolta ad aspetti grotteschi da commedia, i dettagli più truci non si risparmiano, senza però mai apparire fini a se stessi quanto piuttosto volti ad affermare la forza spirituale delle donne, seviziate, bruciate, decapitate, o nella migliore delle ipotesi rinchiuse a vita in celle fetide e buie, di fronte alla violenza degli uomini pagani e all’implacabilità di quelli cristiani.

Rosvita parla in prima persona solo nel prologo, la "lettera ai dotti", in cui sottoponendo i suoi scritti al giudizio di alcuni intellettuali, chiede scusa con umiltà dei suoi errori, e spiega la sua scelta di ispirarsi a Terenzio, autore pagano allora molto di moda per la bellezza del suo stile ma i cui contenuti scabrosi poco si addicevano alla spiritualità cristiana. Seguono tre "dialoghi drammatici" che hanno tutti per protagoniste delle donne: una prostituta penitente, tre giovani sorelle che affrontano liete e indomite il martirio, una ragazzina estatica convinta dal nonno eremita a diventare un angelo.





Roghi di giovinette, stupri e torture, cedimenti, amori impossibili che non si arrestano neanche davanti alla necrofilia, padri autoritari e pii: miniature medievali che riaffiorano da un passato remoto e che si perpetuano sempre uguali (se solo le sappiamo leggere) nelle cronache quotidiane del pianeta.
 La crudeltà ambigua e disorientante dei drammi di Rosvita mi parla ancora, a distanza di dieci secoli, a distanza di quasi vent’anni dal mio primo accostarmi alla sua opera: tutto, nella sua scrittura insieme devota e infuocata, vi accade all’improvviso, la tentazione e la resa e la conversione. Non c’è logica, non c’è buon senso, non c’è realismo, non c’è psicologia: tutto si compie nell’eccesso dell’interiorità, là dove affrontiamo le sfide decisive, là dove i nostri sentimenti si ergono smisurati e assoluti, non accettando sagge correzioni dal di fuori. Le figure che Rosvita tratteggia con la sua prosa rimata, svuotate della loro sostanza corporale, diventano emblemi dello spirito, marionette al vento. Urlano, pregano, si seppelliscono. Dicono di no, dicono di sì, e sempre accettano liete il loro abisso. “Là dove sarà il tuo cuore, là vi sarà anche il tuo tesoro.” La “debolezza” femminile ha la meglio sul “vigore” maschile, per usare la sintesi della canonichessa di Gandersheim, la prima scrittrice di teatro a noi nota dell’Occidente. Un conflitto tra autorità patriarcale e ribellione muliebre, agito scenicamente in un’epoca in cui spesso la donna veniva descritta come “sacco di escrementi”, “porta del Diavolo”.
A differenza dello spettacolo del ’91, dove il nodo centrale era la misura, il rapporto con un modello impossibile da percorrere se non in modo balbettante e rovinoso, ho pensato questo nuovo affondo come una lettura-concerto: al centro le parole di “tutte quelle che non hanno preso aria”, martirizzate, bruciate, disperse nel vento ai quattro angoli della terra. Al centro le voci di lupo e di corvo e di colomba di quel teatrino metafisico. Per questo ho amplificato la partitura del ‘91, restituendo alla loro integralità i drammi che all’epoca avevo frantumato (Conversione di Taide e Martirio di Agape, Irene e Chionia), riservandomi come prologo la “lettera ai dotti” e come epilogo la narrazione di Maria, stella del mare, intrecciando qua e là versi di Sant’Agostino, Baudelaire, Amalia Rosselli, come stelle cadenti.
Ermanna Montanari

di Ermanna Montanari
con Sara Gandolino, Michela Marangoni, Ermanna Montanari, Laura Redaelli
spazio-luce Enrico Isola, Ermanna Montanari
assistente progettazione spazio-luce Claire Pasquier
direzione tecnica Enrico Isola
musiche originali e sound design Davide Sacco
consulenza musicale per il canto gregoriano Elena Sartori
realizzazione scene squadra tecnica Teatro delle Albe Fabio Ceroni, Luca Fagioli, Danilo Maniscalco, Massimiliano Rassu
foto e collage Claire Pasquier
cura grafica Barbara Fusconi
regia Marco Martinelli
promozione Silvia Pagliano, Francesca Venturi
produzione Teatro delle Albe - Ravenna Teatro in collaborazione con Ravenna Festival e deSidera Bergamo Teatro Festival
ringraziamenti Luca Doninelli, Nando Randi e Giuseppe Padula per la concessione della Galleria Ninapì, Franco Fussi, MAGADIS International Music Agency, A.N.G.E.L.O., Space, Anna Ferrante Sacco


Al termine dello spettacolo il Teatro delle Albe presenta ARIA PUBBLICA “miniatura vocale” di Patrizia Cavalli. Questo “corto” teatrale è un esercizio in cui i versi della Cavalli rappresentano la testimonianza viva di ciò che ogni giorno viene violentato, cancellato, rimosso, in nome di una presunta modernità che si trasforma, quasi sempre, in squallido abbandono. La figura poetica è lo specchio di una carne che anela al respiro, a quella allegrezza giocosa che le Albe avevano già incontrato nei versi di chi è stata maestra della Cavalli, la scrittrice dei Felici Pochi e degli Infelici Molti, Elsa Morante.

Venerdì 19 gennaio, a seguire, è previsto  l’incontro con la Compagnia del Teatro delle Albe.
Ermanna Montanari dal 1977 al 1983 a Ravenna si forma come attrice e scenografa in diversi gruppi teatrali. Nell’83, insieme a Marco Martinelli, Luigi Dadina e Marcella Nonni, fonda il Teatro delle Albe. In qualità di attrice e scenografa mette in scena numerosi spettacoli, tra i quali Ruh. Romagna più Africa uguale,Siamo asini o pedanti?, Bonifica, All’inferno!, Perhindérion e I Polacchi (testi e regia di Marco Martinelli) e partecipa a importanti festival nazionali e internazionali.
Nel 1986 è autrice e unica interprete di Confine, spettacolo ispirato ai racconti di Marco Belpoliti, e selezionato per la finale del Premio “Opera Prima di Narni”, diretto da Giuseppe Bartolucci. In questa occasione riceve dalla giuria una segnalazione particolare “per la rilevanza del suo lavoro di autrice-attrice”.

Nel 1991, il Teatro delle Albe fonda Ravenna Teatro, “Teatro Stabile di Innovazione”, per il quale dal ’91 al ’95 la Montanari ha curato la direzione artistica del progetto Il linguaggio della dea. Contemporaneamenre continua la sua duplice attività scenica: da una parte, attrice e scenografa nei lavori scritti e diretti da Marco Martinelli, dall’altra autrice e regista. Nel 2006 riceve il Premio Lo Straniero 2006 dedicato “alla memoria di Carmelo Bene". A parere della giuria Ermanna Montanari “grande interprete di L’isola di Alcina e La mano, sperimentatrice delle possibilità e del potere della voce umana, è a suo modo la migliore continuatrice di una ricerca di cui Carmelo è stato iniziatore e maestro. Nel giugno 2008 debutta Rosvita, lettura-concerto in cui Ermanna Montanari torna, dopo diciassette anni, ad affrontare l'opera della monaca-drammaturga sassone del X. Nell'ottobre 2008 debutta Stranieri di Antonio Tarantino, nuovo approdo alla drammaturgia contemporanea del Teatro delle Albe, all'interno del quale Ermanna Montanari interpreta il ruolo della moglie. Nel 2009 prende avvio il progetto triennale “Santarcangelo 2009-2011” che vede nella direzione artistica Ermanna Montanari insieme a Chiara Guidi/Socìetas Raffaello Sanzio, Enrico Casagrande/Motus.

E’ possibile raggiungere il teatro Koreja in via Guido Dorso, 70 con l’autobus n° 28.




STRADE MAESTRE - Biglietteria e prevendite
INGRESSO AI CANTIERI TEATRALI KOREJA
Intero: 12 euro
Ridotto (under 25 e over 60): 8 euro
ABBONAMENTI

MINICARD CTK – 3 spettacoli a scelta
Intera: 27 euro
Ridotta (under 25 e over 60): 20 euro
L’abbonamento non è a posto fisso.





Gli studenti universitari potranno beneficiare di uno sconto del 50% sul prezzo del ridotto, acquistando il biglietto a 4,00 euro presso l’Edisu di via Adriatica a Lecce previa esibizione del libretto universitario. Tale titolo dovrà essere convertito presso il botteghino del teatro.



Prevendita e Informazioni
dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 18.00
Cantieri Teatrali Koreja, via Guido Dorso, 70 – tel. 0832.242000 / 240752
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.teatrokoreja.it
Coop. Theutra c/o Castello Carlo V
tutti giorni dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 20.30
via XXV Luglio n° 32
Tel. 0832/246517