Scivolare. Ecco che viene. La parola, il verso. Il senso dello scivolamento. Nei lessemi, fra le abrasioni della vita. Ricordi. Il vissuto, quotidiano. Incastonato fra piccoli specchi di parole.
Scrive Goffredo Parise, parlando di Haiku, che  «[...]uno dei momenti più alti e stralunati della sua vita. Momenti che solo il Giappone creava». E si faceva autore di queste righe, di questa memoria,
seguendo la lettura di un Haiku, chiara immagine di un momento. 

«Nel vecchio stagno/una rana si tuffa./Il rumore dell'acqua.»
Così, dal presupposto di un'immagine come parola, ecco lo scivolamento, l'enfasi - ultima - di un sillabario come abrasioni nell'aria. Il nostro respiro si modella e, poi, spezza il solcare azzurro delle nuvole. Il biancore etereo nell'enfasi del momento. Uno strappo fumante di passioni. Distillate in versi. Ecco. Poesia. [F. Aprile]

 

Per la rubrica "Poesie e Racconti" di www.salentoinlinea.it ecco

 

Cinque poesie di Andrea Donaera.

 

Aggrappato a quegli specchi
vorrei un segno dai tuoi occhi.

Scivolo.

DISTRATTA




Un dolore
al mio costato.
Abrasioni
sul mio volto.
E l’asfalto.

SEI TORNATA




Hai chiuso i battenti,
spento l’insegna,
gettato via i prodotti.

Io sono scaduto, ma rimango qua.

La polvere di questi scaffali
sa di te.

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Sei mai stata qui?

IO




Cose che capitano, diresti.
Ma è di nuovo mattina.

ALBA