Lo scorrere delle parole si intreccia con le strade sotto i nostri piedi, appollaiate le nostre speranze fra le esistenze resistenze diverse, in quell'abitare spazi che - senza confine - hanno la ritmicità dello scorrere dei giorni e si aprono. Nuovi ogni volta. Ma che come echi di voci sembrano ripetersi, ogni volta come la prima. All'orizzonte del debutto.(f. a.)
                        
 
 Lo stesso Copione
 
Un racconto di Stefano Zuccalà
 
E vado e vengo, col mio corpo spigoloso. E vado e vengo. Attraverso una porta. È come un inizio. Me la richiudo alle spalle. È come un addio.
Lascio una scia di ricordi ed un’eco di ferocia nelle stanze. A casa tua. A casa mia. Mi staglio solo per un momento contro la finestra che si butta a nord. Solo per un momento – ma duro.
Non abito solo spazi che mi rinchiudono. Abito pure spazi senza contorni. Perimetri già esplosi come questa rotonda che sfora verso il mare. La pietra sotto i piedi resiste, eppure è già polvere. Frantumata nella distanza in cui adesso sono immerso. La distanza che è dentro di me. La stessa distanza che contieni, amore. La stessa distanza che tutti contengono.
Si alza un po’ di vento, arriva forte l’odore del sale. Una cartaccia vortica su questo piano inclinato. Si alza un po’ di vento, ed è già una bufera. Posso restare ancora qui. Ancora qui, per un po’. A sgranare i semi della fine. A sgranare gli occhi per fingere di sorprendermi quando tutto in realtà è già passato da queste mani. A socchiudere le palpebre e tirare forte dalla sigaretta che non mi abbandona.
Il grigio che si perde tutt’intorno è il mio sguardo che vira all’indietro. Sull’inattendibilità di un passato che conosco, che conosci bene. Ho detto che questa pietra sotto i piedi resiste. Non ho mentito.
Mi stringo nel cappotto. Il mare è indifferente. So che c’è una vita che mi aspetta di là del muro del dolore. So che l’abuso della parola dolore non intacca l’efficacia dei nostri massacri da sue soldi.
Mi stringo nel cappotto. Come fare a convincerci che siamo nella povertà assoluta. Come fare a convincerci che siamo costretti a ripetere lo stesso copione. E ogni volta, e sempre, è un debutto senza stile.