Avrò tempo per leggere le ultime notizie. Tempo per dimenticarmi del mondo scorticandomi col filo spinato delle parole degli altri. Avrò tempo, socchiuderò la finestra e berrò un caffè bruciante pensando alle centrali nucleari. Avrò tempo per sentire il corpo arretrare fino al margine dei desideri conclamati. Se busseranno alla porta resterò immobile, in attesa. Avrò tempo per un respiro strozzato che sappia la grazia di una risposta non data. Sentirò l’acqua vibrare nella gabbia di tubi che tiene chiusa la vita. Sentirò il sangue decidere per me e non alzerò un dito di ragione per oppormi all’esplosione.
Avrò tempo per leggere tutte le riviste accatastate. Inizierò dall’ultima, quella più in alto di tutte. In copertina c’è la serigrafia di un televisore con sullo schermo un punto interrogativo. Prima di scorrere il sommario mi chiederò il perché di tutto il silenzio intorno. Ancora una volta, non mi risponderò. Lascerò fare alle vene e alle nuvole che fuori scorrono aspettando di cadere.
 
Stefano Zuccalà
 
 
 
 
 
Foto:Le foto che fanno da cornice al racconto di Stefano Zuccalà sono di Francesca Dell'Anna. Per ben tradurre la condizione poetica del sostare schiacciati fra la terra e il cielo. Per aderire all'urgenza, artistica e personale, dello scorrere e del cadere. Del tendersi. In ultima istanza. Un crocevia di istanti.