SULLA PORTA


Quando io morirò, tu portami il caffè,e vedrai che io resuscito come Lazzaro!
(Eduardo De Filippo)


     Sono sempre stato del parere che la vita è come il caffè: brucia, non a tutti piace e a volte va corretta.

*

     Martedì pomeriggio. Un pranzo surgelato. Preparai il caffè. Il rumore della moka era bellissimo. Familiare come il riff di The Trooper degli Iron Maiden. Lo versai nella mia tazzina marrone. Profumo di caffè. Fumo.
     Il campanello suonò. Mi infastidì.

*

     Era lei.
     «Che sopresa!»
     La baciai
     «Che ci fai qui?»
     Non rispose
     «Hai bisogno di qualcosa? E’ successo qualcosa? Accomodati.»
     Non rispose. Rimase lì.
     Mi prese le mani. Poi le lasciò. Cominciò a spogliarsi.
     Stuzzicato la imitai.

*

     Facemmo l’amore lì, sulla porta. Un sogno erotico della mia adolescenza. Poi ci rivestimmo e finalmente parlò.
     «Amo un altro uomo.»
     Non ci fu confusione nella mia mente. Aprii soltanto la porta. Lei senza dire altro uscì, dandomi le spalle.

*

     Ritornai in cucina.
     La tazzina era ancora lì. Poco profumo. Niente più fumo.
     Il caffè era ormai freddo. Lo corressi con un po’ di anice.



Andrea Donaera