"Coma Moon" di Zara Veleno, premiata al Concorso Il Federiciano 2010, lirica imbevuta in stracci di parole, alla luce riflessa della luna scartata via dalle prime ore del giorno. Poi. Della luna sussurrata appena. Sussurrata sulla pelle di un cielo colorato di tramonto. "Coma Moon". A metà fra la "Girlfriend in a Coma" degli Smiths e "Who killed Mr Moonlinght" dei Bauhaus. Tetra agonizzante. Di una sostanza pallida. Posata sul rivolo poetico di una notte. Di ombre. Di occhi allo specchio. Di lei. Di lui. Di una notte. Di un abbraccio poetico pallido di luna.
 
 
 
 
 
Coma Moon, di Zara Veleno

cerco la luna ambigua riflessa nello specchio
Il mento posato su una mano pallida
Tumulto e caos nel mio oceano sanguinolento
e posso vedere al di là del presente
le ombre chiassose del futuro
sagome confuse nella gestazione dell’anima
eventi grandiosi si nutrono di luna
come lupi che ululano nella notte
Flutti che raggiungono la freddezza dell’astro
Partono dal mio stomaco
Corrodendo la veste peccaminosa dell’inverno.
Tra le buche, nel fango
I vermi purificano la terra
E scompaiono per riapparire
Nella luce di luna blu.
Specchio che rifletti me dal basso in alto
La mia saliva risale a te.