“ Costruire l’azienda agricola sociale” è stato il titolo dell’incontro svolto a Tricase nella sede del GAL capo di Santa Maria di Leuca. L’evento voluto da Cia Lecce e dalle “Rete delle fattorie sociali”introduce un nuovo modello nell’agricoltura salentina.
Salento agricolo “in movimento” quindi, con un cospicuo numero di aziende biologiche, masserie didattiche, gruppi di acquisto e di turismo solidale con i prodotti a km 0 o con quelli della spesa in campagna. Si può definire l’agricoltura della nuova era, differente, responsabile o ecocompatibile, attenta alle forti richieste di ruralità sociale. L’agricoltura, qui, non è intesa come insano apparato ma è all’opposto un luogo d’incontro con le famiglie, con le tradizioni e con le molteplicità naturali.
Il convegno ha illustrato temi come la riproduzione dei valori di solidarietà, della reciprocità e del mutuo aiuto, del patrimonio storico, architettonico, culturale e creativo.
Per la “Rete delle fattorie sociali”, il territorio può coesistere con l’agricoltura e con i servizi culturali, sociali, didattici, di mera assistenza, sanitaria, formativa e occupazionale che esso può offrire.
Un’agricoltura a sostegno dei soggetti deboli (disabilità, dipendenze, reclusioni, isolamenti), dei territori più fragili, quali aree agricole urbane o di periferie rurali. La rete delle fattorie sociali stabilisce perciò una Carta dei Valori che traccia i suoi principali tratti: “L’Agricoltura Sociale (AS) trova il proprio fondamento nei valori e nei principi della Carta costituzionale e, in particolare, nell’art. 3 che impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese e nell’art. 44 che finalizza l’intervento pubblico in agricoltura alla cura della qualità del territorio e al perseguimento della giustizia sociale. Il suo valore etico si iscrive, pertanto, nel carattere universalistico dei diritti umani fondamentali e, in particolare, di quelli riferiti all’inclusione sociale di tutti senza distinzione alcuna e all’accesso equo alle risorse della Terra, ora e in futuro, per fare in modo che ognuno sia libero di poter contribuire al bene comune”. L’agricoltura sociale auspica cooperazioni tra le imprese agricole, in particolare con gli agriturismi, figure del terzo settore come esperti, istituti di certificazione etica o ambientale, enti pubblici come parchi e altre strutture con la finalità comune di migliorare la qualità della vita e ogni sua forma di compimento.
Molti salentini, ricercano ora, il bisogno di legare con il mondo del consumo critico e creare gruppi operosi e presenti, di sperimentare forme di ricerca (come il recupero dei semi, la valorizzazione della biodiversità e della civiltà contadina). Oggi è quasi necessario scegliere il “biologico”, inteso anche come “cura degli altri”, affinché sia propagato l’attuale modello di coscienza naturale. In altre regioni l’agricoltura sociale è già iniziata, grazie al supporto dei piani di sviluppo rurale e, a quanto pare, tutto questo progetto, dovrebbe essere pronto anche in Puglia.

Mimmo Ciccarese
Tecnico agricoltura ecologica