Giovedì 27 ottobre (ore 18.30) l’Open Space Lecce Giovani ospiterà la presentazione del libro L’aria che respiro non contiene ossigeno, esordio letterario di Francesco Santoro, giovane autore di origini pugliesi approdato alla Lupo Editore.
A introdurre e dialogare con l’autore sarà il giornalista Dario Goffredo, a seguire ci sarà la mise en espace del primo quadro di Luce, testo teatrale di Francesco Santoro a cura di Valentino Ligorio, Fabio Tinella e Roberta Mele.
In questa raccolta di racconti surreali, tra sublimazione ed abbisso, i protagonisti trascinano il lettore verso un cono d’ombra dal quale riemergeranno solo dopo aver compreso che ogni sussulto di desiderio, ogni ideale o sentimento – anche il più elevato – riservano un lato oscuro che solo la condivisione, a volte, rende sopportabile. L’incubo privato e l’inseguimento della pace, l’attesa infinita di chi non giungerà mai, l’aspirazione all’unione totale con l’amato, i colori sognati da chi è immerso nel buio, la subdola malattia che confonde la vita con un ring… fino a quando una famiglia di rondini abusivamente infilatasi in casa non indica la via di fuga. Una scrittura a tratti allegorica, la cui inquietudine è spesso mitigata da una sottile vena di humor.
A introdurre e dialogare con l’autore sarà il giornalista Dario Goffredo, a seguire ci sarà la mise en espace del primo quadro di Luce, testo teatrale di Francesco Santoro a cura di Valentino Ligorio, Fabio Tinella e Roberta Mele.
In questa raccolta di racconti surreali, tra sublimazione ed abbisso, i protagonisti trascinano il lettore verso un cono d’ombra dal quale riemergeranno solo dopo aver compreso che ogni sussulto di desiderio, ogni ideale o sentimento – anche il più elevato – riservano un lato oscuro che solo la condivisione, a volte, rende sopportabile. L’incubo privato e l’inseguimento della pace, l’attesa infinita di chi non giungerà mai, l’aspirazione all’unione totale con l’amato, i colori sognati da chi è immerso nel buio, la subdola malattia che confonde la vita con un ring… fino a quando una famiglia di rondini abusivamente infilatasi in casa non indica la via di fuga. Una scrittura a tratti allegorica, la cui inquietudine è spesso mitigata da una sottile vena di humor.