Quello che riporterò di seguito è un input nonché una sorta di incoraggiamento per diventare dei turisti nella propria terra andando alla scoperta dei luoghi da visitare come le numerose cripte basiliane e le chiese rupestri che sono sparse nel territorio salentino. Molte sono state lasciate al degrado ma alcune sono state fatte tornare a risplendere grazie alle minuziose opere di restauro di volontari ed esperti. I preziosi monumenti sono scavati nella roccia oppure nel sottosuolo e sorgono isolati dal centro abitato con una funzione di sacralità come si può intuire dagli affreschi che raffigurano i santi o dalle scene religiose. Furono i monaci basiliani a riutilizzare ciò che all'origine erano delle abitazioni preistoriche.

Nel territorio di Salve si incontrano numerose cripte. Nei pressi dell'arcaico villaggio di Spigolizzi, infatti, vicino alla mitica città di Cassandra sorge su quello che era un tempio pagano la cappella del S.S. Crocifisso. All’interno è spoglia ed è stata privata anche della campana un tempo posizionata nel campanile a vela, lo stile sobrio la accomuna alla cappella di Sant'Anna che ha delle linee architettoniche molto semplici dove si può ammirare l'affresco che raffigura la santa. Tanto antica quanto lineare è la cappella Santu Lasi dove sulla porta d’ingresso della chiesetta risalente al 1717 compare lo stemma del comune di Salve. Ancora più antico è il santuario di Santa Marina costruito nel medioevo e ampliato poi nel 1648, qui la facciata si presenta elegante con due portoni sormontati da due finestre e all'interno si trovano un dipinto e una statua in legno. Simile a una pajara per le modalità di costruzione è la cappella de li Spiriti Santi che ha la caratteristica della volta a botte e dell'altare ricavato in una piccola nicchia. Oltre alla cappella della Madonna delle Fogge, a Salve si può visitare quella della Madonna delle Gnizze sita a ovest del paese. La storia della piccola chiesa è annessa a una leggenda che vede come protagonista un contadino a cui gli apparve il volto della Vergine e si compì il miracolo: era l'anno 1540 e il paese era stato colpito da una grave epidemia ma quando l'uomo si avviò sulla strada per annunciare l'accaduto notò stupefatto che tutti gli ammalati erano guariti. Nel 1616 fu costruita la chiesetta e sull'altare furono incisi i versi “non tibi sit grave dicere semper ave” (non ti sia faticoso dire sempre Ave). La cappella della Madonna delle Gnizze presenta una facciata essenziale un po' come le altre sparse nel territorio del paese ma ha la peculiarità del ritratto della Vergine col Bambino e l'allegorico frutto del melograno esposto sul portale.

Fra le varie cripte si possono incontrare alcune che presentano anche tre navate come l'abbazia di San Salvatore che sorge nei pressi di Sannicola, i soffitti sono affrescati con l’immagine dei Quattro Vescovi.  Nella zona di Gallipoli si incontra il monastero di San Mauro fondato dai monaci basiliani nel VIII secolo che inizialmente aveva tre altari rivolti ad oriente ma oggi ne sono presenti solo due e testimoniano la pratica di un rito greco che secoli fa era molto diffuso e consisteva nella distinzione tra bema cioè la zona dei sacerdoti e naos quella dei fedeli. Degli affreschi non è rimasto più nulla così come le lampade tipiche della tradizione orientale. Sempre nel gallipolino c’è la chiesa di San Pietro dei Samari e si narra che il santo proveniente da Levante avesse celebrato una messa in questo splendido esempio di architettura normanna che presenta all'interno un’unica navata decorata da Ugo Lusignano nel 1148.

Sull'antica strada dell'olio che conduce a Maglie troviamo la chiesa di Sant'Isidoro fondata nel 1731 che conserva lo stemma della nobile famiglia dei Capece, un'antica casata napoletana, che estese la sua sovranità nell'Italia meridionale, infatti,  a Barbarano, frazione di Morciano, sorge la chiesa di Santa Maria di Leuca del Belvedere, dove le grandi arcate in stile neoclassico sono sormontate dallo stemma dei Capece. Dal cortile della chiesa si accede in una grotta e all’interno ci sono tre pozzi dalle acque freschissime dove un tempo sostavano i pellegrini che erano diretti al tempio di Finibus Terrae.

Nei dintorni di Supersano sorge la cappella di San Giacomo di Sombrino con una facciata medioevale e il tetto a capanna mentre  nella cappella dell'Immacolata che ha un altare barocco, la volta si presenta a botte ed è affrescata con le immagini dei quattro evangelisti con al centro Cristo. A Galatina sorgono le cripte della Madonna delle Grotte, della Madonna delle Porte e la cappella dedicata a Sant'Anna, quest'ultima è preceduta da un'edicola con l'icona della santa.

Altri tesori da scoprire li troviamo ad Ugento come la chiesa della Madonna della luce così chiamata perchè una leggenda narra che nel 1576 un prete originario di Afragola, in provincia di Napoli, fu colto da un temporale e si rifugiò nella piccola chiesa. L'uomo era cieco ma a un tratto riuscì a vedere il bagliore dei fulmini che illuminavano il cielo. Si gridò al miracolo donando da allora devozione e culto al luogo sacro.

A Erchie si incontra la cripta dell'Annunziata che è di tipo megalitico e ancora a Patù sorge la all'interno dei resti delle Cento Pietre la cripta di epoca messapica così come a Cursi fu scoperta nel 1955 la cripta sulla quale è incerto il nome, potrebbe essere San Giorgio oppure Santo Stefano. La struttura è circolare ed è stata ricavata in un banco di tufo, l’ingresso è rivolto a est e la navata conduce al pastophorion cioè l'appartamento dei sacerdoti che dopo le processioni posizionavano le statue di culto nei tabernacoli mentre dalla parte opposta vi è un dromos ossia un corridoio diventato poi una cella dormitorio destinata al guardiano del luogo. In occasione della ristrutturazione avvenuta nel 1998 Maria Corti oltre ad apprezzare il lavoro svolto non esitò ad ammonire chi sottovoluta il tesoro artistico storico religioso affermando “sono gli immensi vuoti di attenzione che storditamente danneggiano la terra salentina”.


di Paola Bisconti