Forse saranno infestati dai fantasmi o magari incantati da secolari sortilegi, di certo non hanno più una funzione difensiva eppure i castelli rimangono i baluardi del Salento perché ben rappresentano il passato glorioso del regno proprio come il baluardo principesco impiantato nel castello di Lecce fatto erigere per volere di Carlo V dal celebre ingenere Gian Giacomo dell'Acaya. Il castello, con una pianta quadrilatera e quattro bastioni dedicati ai santi, Santa Croce, San Martino, San Giacomo e Santa Trinità, ha svolto nel tempo diverse funzioni: è stato prima sede di un teatro, poi una caserma e distretto militare. Oggi risulta essere di proprietà del Comune che lo impiega come prestigiosa location di eventi artistici-culturali. Spostandoci verso Acaya sorge un elegantissimo e imponente castello che all’interno ha una sala ennagonale ricca di stemmi appartenenti alla famiglia dei nobili che la abitarono. Dopo la ristrutturazione è diventata, dal 2008, sede del Forum Mediterraneo per la Pace, un importante evento di portata nazionale che richiama turisti e non solo per l’occasione.  A Vaste, nei paragi dell’Acaya, sorge un altro castello che fu anche un carcere e un alloggio per i militari. Una peculiarità dell’edificio è il cortile impreziosito da un agrumeto e nel piazzale antistante agli alberi erano disposte undici pile di pietra dove si depositava l'olio. Interessanti sono anche le incisioni sulle architravi delle tre finestre della sala che si affaccia sul lato ovest dove compare la scritta in latino: la vita degli empi è insaziabile, la vita di chi lavora si arricchirà, la stoltezza per gli stolti è felicità. Un altro luogo di eccezionale bellezza è il castello di Otranto edificato nel 1485 dopo l'attacco dei turchi su commissione di Ferdinando d'Aragona. Anche qui ci troviamo di fronte a quattro bastioni che sorgono questa volta su una pianta pentagonale. Il castello nel corso degli anni ha subito numerosi rifacimenti ma è rimasto intatto l'alto fossato che circonda la splendida dimora. L’edificio è stato costruito su un promontorio scelto dai normanni che ritennero la posizione inespugnabile dato che sarebbe stato protetto da una parte dal mare e dall'altra da un ripido dirupo. Ora la struttura ospita la biblioteca comunale, il museo archeologico e una sala convegni che organizza periodicamente rassegne artistiche. Il castello di Gallipoli poi, interamente bagnato dal mare, risale all’epoca bizantina e il suo vecchio ponte levatoio, ora sostituito con uno più resistente, è l'unico passaggio per raggiungere l'isolotto adiacente alla città. L'ardita tecnologia ingegneristica è evidente anche nel celebre castello di Tricase meglio conosciuto come Palazzo dei Principi Gallone, proprietari e restauratori della dimora. I Gallone vollero tante stanze quanti i giorni dell'anno e un'ampia sala detta del trono in grado di contenere più di mille persone. Di pregevole importanza è il castello di Nardò a base quadrangolare rafforzata da quattro torrioni circolari. Noto è quello di Casarano dove le mura di cinta erano circondate da ben diciotto torri, ugualmente maestoso per dimensioni e fascino architettonico è il castello di Melpignano che fu una pinacoteca dove si ospitarono i dipinti del Veronese, Tintoretto e di molti pittori salentini. Una struttura analoga alle precedenti per imponenza è il castello di Copertino con un portale in stile barocco rappresentante figure mostruose e motivi di guerra. L'edificio ospita la Cappella di San Marco e la Cappella della Maddalena. Infine il castello de Monti di Corigliano d'Otranto, ristrutturato e ampliato appunto dalla famiglia De Monti, possiede quattro torrioni, il fossato, numerose cannoniere e una facciata barocca intervallata da otto finestre cieche in cui sono state posizionate statue di grandi condottieri. La dimora di Corigliano è senza dubbio il cuore pulsante del paese forse perché racchiude il significato allegorico dei quattro bastioni dedicati ai santi nonché possessori di virtù: San Michele simboleggia la fortezza, Sant'Antonio Abate esprime la temperanza, San Giorgio invece la prudenza mentre San Giovanni Battista indica la giustizia.

di Paola Bisconti