Fra gennaio e marzo 2012, a partire dall’idea e dalla proposta di Giovanna Rosato, si sono svolte lezioni sulla ricerca letteraria e, in particolar modo, sul movimento letterario New Page, fondato nel 2009 da Francesco Saverio Dòdaro, indirizzate agli alunni delle classi terze  delle Scuole Secondarie di Primo Grado di Cavallino e Castromediano, presso la Biblioteca Comunale Gino Rizzo, di Cavallino. Le lezioni, tenute da chi qui scrive assieme a Giovanna Rosato e, in due occasioni, ad Erika Sorrenti, hanno visto coinvolti i ragazzi che, al termine di queste lezioni-laboratorio, si sono cimentati nella scrittura e composizione della pagina "New Page", realizzando opere poi esposte a Cavallino e culminate in una nuova apertura del movimento, curata da Giovanna Rosato e denominata “New Page under 20”. Narrativa per ragazzi scritta dai ragazzi, dalle loro voci, dal loro appartenere al mondo, contro una certa dialettica sociale che, per certi versi, pretende di parlar loro tagliandoli fuori dal discorso reale, relegandoli ad una ricezione passiva in quella storia contemporanea dettata dalla netta divisione, anche in microsituazioni, fra detentori e non del potere di turno. Riprendendo dunque la formula del movimento, cioè i romanzi in cento parole esposti nelle vetrine dei negozi dopo esser stati applicati su crowner (pannelli cartonati usati nell’ambito della comunicazione pubblicitaria) – anche se quelli dei ragazzi sono stati scritti su pannelli in formato A5 -, questi romanzi brevi, brevissimi, diventano spazio per l’innocenza, per l’espressione dei ragazzi, per l’ascolto del loro ciò che è stato e del suo scoprirsi voce e racconto, dell’esserci anche loro. 
Le analisi di Lapassade, per quanto riguarda la microsociologia della scuola, mostrano come i ragazzi, inseriti in un contesto scolastico pre-esistente fondato su pratiche di trasmissione di informazione che eludono la comunicazione docente-studente necessaria al riconsocimento, sfocino in diverse modalità di baccano, disattenzione, o come il giudizio che il docente via via va maturando sui ragazzi influenzi il loro stesso rendimento e voglia di partecipare, fino a giungere in situazioni in cui tale atteggiamento può mostrarsi come induttore di comportamento deviante. Scriveva Lapassade che “Se l’uomo vuole essere soggetto, attore cosciente della sua storia può analizzare le istituzioni dalle quali dipende, quelle che lo attraversano e trovare nell’azione di gruppo una via d’uscita all’atomizzazione burocratica della quale è vittima”. C’è una pratica, dunque, affine a quanto attualizzato nelle lezioni-laboratorio a Cavallino, che prende le mosse dall’analisi istituzionale di Lapassade e sfocia nella ricerca intrapresa tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 con la nascita della cooperativa e casa editrice Sensibili alle foglie, denominata “socioanalisi narrativa” e indirizzata, fino a questo momento, a indagini in istituzioni carcerarie, psichiatriche, ospedaliere, o rivolta agli anziani, ai rom relegati nei ghetti contemporanei, alle condizioni di lavoro dei migranti, alla vita di strada dei minorenni e ragazzi stranieri. Nel contesto delle lezioni a Cavallino, guidate dalle domande nate dalla curiosità e dall’attenzione-osservazione che i ragazzi hanno dimostrato nei confronti di una dinamica espressiva probabilmente a loro vicina, calata nell’hic et nunc e capace di essere essa stessa, con lo spazio bianco della pagina da “arredare” con le coordinate del proprio puer, spazio di riconoscimento e mezzo di appropriazione di questo esserci al mondo, hanno liberato la propria condizione da ogni freno di natura, anche, strumentale legato probabilmente, in ambito scolastico, ad una sorta di compiacimento o di conformazione alle attese di docenti e/o famiglie, consegnando allo spazio bianco delle New Page elementi intimi, densi, forti, costruiti attorno alle dinamiche poietiche del ritmo, dell’ora, della condizione sociale o intimista, senza manifestarsi per la consueta sottotraccia “repressa” che caratterizza quell’aspetto nascosto della realtà sociale, appunto, in quello spartiacque storico reso manifesto nel passaggio verso un certo principio di realtà. Tutto questo attualizzato in quella pratica narrativa che è nel poter essere “letti”, umanamente, oltre che sulla carta, e quindi riconosciuti e riconoscersi come parte attiva del tessuto micro-sociale della loro elaborazione che è incontro, presenza e riappropriazione di uno spazio che è attenzione per la voce dei ragazzi stessi. Perché introdurre la ricerca letteraria, in un'età fondante per la crescita e formazione culturale, vuol dire introdurre e lasciar liberamente recepire concezioni sempre aperte al confronto, al cambiamento. Vuol dire che la ricezione di tali messaggi di comprensione e ascolto dello spazio di una realtà sociale, altrimenti off-limits, è una semina che proietta i ragazzi in una dimensione di conoscenza e approfondimento del loro percorso umano ancor breve, ma già capace di maturare consapevolezze.
 
 
Francesco Aprile
2012-10-13