Nuova tappa mercoledì 17 ottobre 2012 alle ore 18:00  per Franco Ungaro e LECCE SBAROCCA, Besa editrice (INGRESSO LIBERO) nell’ambito della XII settimana della lingua italiana nel mondo che si svolge a Sofia (Bulgaria) dal 15 al 24 ottobre. La manifestazione è oraganizzata dall’Istituto Italiano di cultura a Sofia d’intesa con l’Ambasciata d’Italia ed è dedicata ai due temi culturali conduttori dell’anno: L’Italia dei Territori e L’Italia del futuro.  

Nella prestigiosa Sala del Centro Francofono dell'Università San Clemente d'Ocrida di Sofia (Bulgaria), l’autore dialogherà con Salvatore Cosentino, magistrato e con Anna Amendolagine, direttrice Istituto Italiano di Cultura a Sofia. A seguire aperitivo con degustazione di vini gentilmente offerti dall’azienda vitivinicola Candido di Sandonaci (Br).

Lecce Sbarocca è un percorso narrativo che parte all’inizio degli anni Settanta con l’arrivo dell’autore a Lecce da Leporano, prosegue con i suoi primi anni di studi e di militanza fuorisede e arriva ai giorni nostri:

[…] Si parla di Lecce, dichiara Goffredo Fofi nella postfazione del libro, di quel pezzo di Salento fatto di sole e ombra, di guglie e di bassi, di broccati e stracci, di leccornie e friselle. Di carrozze e di fruste. Di apparenze e sostanze […] una Lecce che ha atraversato i secoli e si trova, disarmata e provinciale, davanti alle sfide della globalizzazione. Franco, sostiene ancora Fofi, non ha chiuso gli occhi sull’incerto, sull’ambiguo, il brutto, ma lo ha fatto da innamorato esigente […]

Un po' autobiografia, un po' romanzo e un po' cronaca teatrale, Lecce Sbarocca sorprende per la ricchezza degli argomenti e specialmente per lo sperimentalismo con cui frammenta il materiale narrativo, lo rimescola e lo aggrega con un piacevole disordine logico-temporale dentro una struttura aperta e mobile.
Storia e cronaca locale, pagine autobiografiche, testi di canzoni, proverbi, aneddoti, raffinate citazioni di poeti e scrittori, pagine di diario, riflessioni sul teatro e sull'arte, memorie di viaggio, racconti d'amore e di malavita a puntate, proposte culturali, italiano e dialetto si susseguono in apparente disordine in questo piccolo zibaldone, ma come le tessere di un mosaico tracciano poco alla volta l'immagine preoccupante di un Sud che non vuole o non sa rinnovarsi. Ancora una volta l'amore-odio per questa terra e questa città anima l'impegno civile e le battaglie culturali di un operatore teatrale di lunga esperienza, conosciuto e stimato in Italia e all'estero, che ancora non si è rassegnato alla logica imperante della mercificazione e del profitto e non è disposto a condividere l'idea volgare e peregrina che "con la cultura non si mangia".