Le "Storie Terragne" di Maira Marzioni e Gianluca Costantini

 

Un libro-oggetto. Un libro. Storie. Segni. E altre storie e altri percorsi che trascendono la pagina scritta. Sono le Storie Terragne, scritte da Maira Marzioni e affidate al segno di Gianluca Costantini, nate dal lavoro dell’associazione In Alto a Sinistra e affidate alla cura di Francesco Maggiore. Il libro racconta le storie di sei produttori, coltivatori anche loro di segni, perché la produzione come scelta etica, rispettosa delle “cose” del mondo, della vita, è un segno, un segnale di come sia possibile intraprendere strade diverse in un mondo sociale sempre più piegato su se stesso. Storie Terragne. C’è questo libro. Ci sono le storie che racconta. Queste parole. Questi segni. C’è la possibilità di ritrovarsi in un mondo, il nostro, in un tempo, il nostro, e di leggerlo in maniera diversa. Mentre attorno s’accumulano macerie, rovine su rovine di un tempo che non ammette ritorno perché dimentica se stesso e la sua provenienza e non si calibra verso il futuro, fagocita se stesso, mentre attorno in rumori urla tutto questo, mentre attorno è sempre tutto esageratamente veloce, squilibrato, ci sono comunque storie, storie di terra e resistenza poetica, storie di poesia e resistenza fatta di materiali dell’anima. Storie Terragne è un tassello necessario, solo dopo diventa ai nostri occhi un libro. C’è uno sguardo. Ci sono parole che in prosa s’animano di poesia. Ci sono segni corposi, che hanno forma di radice e necessità naturali che pulsano di vita. Guerriglieri dell’anima, discreti come i momenti, carichi di stupore, della natura, gravidi di parole silenziose, che in profondità di sguardo sanno ammiccare all’altrove di chi ha sensibilità di visione diversa, ma sanno come regolarsi, crescere, sodali di nutrimento e passione, fra quegli sguardi distratti che affollano il tempo, e sanno come regalare l’imprevisto, il sapore necessario che nella possibilità di scelte di vita diverse, rispettose del mondo, armoniche d’uno sviluppo differente, si cela e si propone come possibilità reale, concreta, di crescita umana e sociale; e mi pare questa la linfa, lo spazio necessario, discreto eppure raggiante, che anima il lavoro di Maira Marzioni e Gianluca Costantini. Mettersi in discussione. È questo il retrogusto che recita dietro alle storie dei sei produttori raccontate nel libro. Mettersi in ascolto. È il processo che porta le storie a compimento e le traduce in libro. Farne accoglienza e dono è l’alchimia poetica che ci restituisce la cifra essenziale di questo lavoro.

 

Francesco Aprile
2013-08-26