Richiamano il fruscio del vento le poesie di Piero Tafuro, i suoi versi ricordano lo sciabordio delle onde e sebbene lo sguardo sia rivolto alle pagine del libro “I treni che volano, passano sempre all’alba” si ha la sensazione di ammirare il cielo. Si può sognare anche a capo chino purchè si abbia tra le mani un testo e se questo è la raccolta recentemente pubblicata da Edizioni Esperidi allora può iniziare il viaggio, quello dell’anima.
Nelle liriche di Piero Tafuro, autore particolarmente apprezzato nell’ambito della letteratura poetica nazionale e internazionale, si coglie la profondità dell’esistenza umana in tutta la sua complessità. Intuendo la labilità della vita, Tafuro realizza oltre cinquanta componimenti di varia lunghezza preceduti dalla presentazione di Antonella Fontana che offre al lettore importanti dettagli stilistici per apprezzare nel migliore dei modi le poesie che seguono.
L’immagine del treno evocata nel titolo rimanda all’idea del tempo che scorre inesorabilmente generando un susseguirsi di giorni, un incalzare di albe e tramonti che si rincorrono proprio come le strofe del libro caratterizzate da un cadenzato ritmo sintattico. Le parole vergate provocano una stimolazione uditiva, olfattiva, tattile, visiva tale da rendere le strofe uniche.
Nell’infinito mare dei sentimenti Piero Tafuro racconta le sue emozioni facendole danzare, galleggiare, librare. In un’aggrovigliarsi di idee ci si perde tra i versi che riecheggiano come frasi sussurrate agli innamorati, ai sognatori, agli assetati di felicità. Così a un passo dalla libertà si sprofonda nella bellezza di questa raccolta che provoca intense suggestioni, nuovi risvegli, sfuggenti bagliori.    
Dettaglio di non poco conto è l’affascinante immagine di copertina ritraente la stazione ferroviaria di San Pancrazio Salentino, paese di origine dell’autore. La fotografia è uno scatto realizzato da Sara Tafuro,  una delle due figlie di Piero alle quali è dedicato il libro come si legge nell’intitolazione iniziale: “A Sara e Martina. Quegli sguardi/che inconsapevoli sorridono/sono puro respiro./Per loro/la mia anima vive ancora/e si perde nel cielo sereno/racchiuso negli occhi/che sono anche i miei occhi/”.

di Paola Bisconti