lecce barboni per un giorno 
IDENTITÀ E LAVORO
Sesta edizione del progetto diretto dall'attore e regista Ippolito Chiarello.
Oltre sessanta gli artisti coinvolti che si esibiranno nel centro storico di Lecce
con le modalità del barbonaggio teatrale

Ridare l'arte alla gente, al pubblico. Restituire il contatto diretto, il coinvolgimento al di là delle confezioni. Torna a Lecce Barboni per un Giorno - progetto artistico diretto da Ippolito Chiarello, curato con Marcella Buttazzo, Mariliana Bergamo e Francesca D’Ippolito, organizzato in collaborazione con Ammirato Culture House, Fondazione Musagetes, con il patrocinio del Comune di Lecce  – che il prossimo sabato 17 dicembre, a partire dalle 19, attraverserà la città di Lecce. Dopo l'esperienza in Canada nella città di Vancouver, dove Chiarello ha portato il barbonaggio teatrale nell'ambito del progetto TDB (To be Determinate), l'attore e regista salentino lancia l'invito a tutti gli artisti: attori, danzatori, musicisti, scrittori, pittori, scultori, performer, invitati a condividere un atto simbolico di testimonianza e riflessione, per una notte tutti si esibiranno con la stessa modalità: Il barbonaggio teatrale.
Tema di questa sesta edizione è "Identità e lavoro" due argomenti oggetto del Weekend della Cultura, promosso dalla Regione Puglia e che saranno, nel corso della giornata del 17, spunto di riflessione riflessione sui concetti di identità artistica e rapporto con i territori e lavoro come necessità quotidiana degli operatori dello spettacolo dal vivo, un'occasione per interrogarsi sulle pratiche artistiche diffuse in Italia e per indagare trasversalmente il vasto mondo delle performing arts, contaminando generi, linguaggi, mezzi espressivi e visioni, convinti che solo da una "buona pratica" di scambio possa scaturire un pensiero innovativo. Sono oltre sessanta gli artisti che hanno aderito a questa edizione, tra questi gli attori Giuseppe Semeraro, Sara Bevilacqua e l'associazione Meridiani Perduti, Fabrizio Pugliese, Dario Cadei, la danzatrice Barbara Toma, il gruppo di Swapmuseum con originali racconti sul Teatro Apollo e gli ospiti di Free Home University attualmente in residenza all’Ammirato Culture House per la sessione invernale di studio. "Ogni anno organizzare questo momento collettivo è per me fermarsi e riflettere sul lavoro che ho fatto nella stagione passata e confrontarmi con i miei colleghi sul lavoro che stiamo facendo sul pubblico e sul nuovo pubblico del teatro e dell’arte in genere" dice Chiarello "Questo confronto però non avviene attraverso un convegno o nelle stanze del pensiero, ma in strada, direttamente con la gente. Mi dico sempre, mai dimenticare la natura di questo mestiere e da dove veniamo se vogliamo dare nuova vita ad esso".
Una giornata ricca di appuntamenti che prenderanno il via alle 19 presso Ammirato Culture House con un'assemblea aperta con artisti, operatori e pubblico per discutere sul tema di questa edizione, a cui seguirà la cena-incontro con gli artisti. Alle 21.30 con una parata si raggiungerà Piazza Sant'Oronzo dove, nelle strade e piazze limitrofe, avrà luogo il barbonaggio teatrale e le esibizioni. Gli spettacoli proseguiranno fino a mezzanotte e si concluderanno con un raduno finale in piazza.
Il barbonaggio teatrale collettivo è una modalità di proposta artistica indipendente “dal basso”, nato dall’esperienza dell’attore Ippolito Chiarello attraverso un'azione semplice già compiuta in passato e ancora necessaria: offrire al pubblico della strada brani di uno spettacolo, venduti "al dettaglio", su un palchetto di legno. «Un progetto artistico e di vita, un atto d’amore verso il pubblico, un atto politico» che l'attore salentino porta avanti insieme a Francesca D’Ippolito, organizzatrice teatrale e compagna di viaggio che ha seguito l'evolversi di questo movimento. Nato dal disagio e da un moto di rifiuto per un sistema teatrale chiuso in se stesso, spesso autoreferenziale e legato a logiche di mercato, il Barbonaggio Teatrale è un modo per ripensare il teatro nei suoi processi di scrittura, produzione e distribuzione. Un’esperienza che si è ramificata e arricchita nel tempo, moltiplicandosi con articolazioni inaspettate, una maniera per uscire dai luoghi deputati della cultura e ritornare alle origini di un'arte pubblica e politica, con un diretto contatto col pubblico, ripartendo dalla strada, dalla piazza, dall'idea di agorà. Una modalità oggi riconosciuta anche dalla critica (segnalazione al premio Rete Critica e al Premio UBU nel 2014) e che, dopo 250 città in Italia, tappe a Barcellona, Madrid, Parigi, Londra e Berlino, passando dal palco dei Negramaro, è approdata in Canada nell'autunno 2016.