Quella contro l'Akragas è stata una gara vissuta all'insegna dei gol falliti, rigore negato, forcing finale esasperato ma improduttivo, con buona dose di "iella".
I gemelli del gol si astengono dal timbrate il cartellino/reti ed il resto della squadra ne risulta come sempre assente.
A dispetto delle occasioni gol create il punteggio finale è rimasto inchiodato sul risultato ad occhiali, complice lucidità , cinismo, casino centrale avanzato ed una volta tanto pure la sfortuna, difficile da ammettere.
Senza voler essere troppo critici, diciamo che Liverani in parte si è cercato quel caos in area avversaria che poi ha generato precipitazione ed errori di battuta.
Infatti, alla difesa a tre centrali dei siciliani ha opposto un attacco a tre uomini avanzati (Caturano, Di Piazza e Pacilli) che hanno finito per fare il gioco della retroguardia agrigentina esaltandone le doti acrobatiche e l'impatto fisico.
Regalato il primo tempo, tiepido e cauto, convinti della vittoria comunque (a nulla sono serviti tanti calci piazzati), i GIALLOROSSI si ricordano di dover vincere alzando ritmo, intensità, voglia, ed una serie di palle gol mandate alle ortiche.
L' arbitro si è reso protagonista negando almeno un rigore, sorvolando su diversi falli, permettendo l'ostruzionismo continuo degli agrigentini.
Il Valzer delle sostituzioni caro a Liverani è servito a niente lasciando perplessi gli Osservatori, proprio come l'impiego di Pacilli rifinitore, l'estrema cautela per 45 minuti, il gioco a "folate" da registrare.
INTENDIAMOCI, la gara nel finale ha pure toccato toni di spettacolo, con una spunta collettiva da squadra leader che se pur in credito di fortuna, dimostra scompensi tattici, equilibrio, soluzioni gol diverse dalle solite.
Ritenuta dai più come la partita migliore fin qui disputata, necessita di conferme qualitative/quantitative nel rispetto dei programmi vincenti.