Rende Lecce 
Un Lecce privo d'identità da prima della classe vince in Calabria adeguandosi al non gioco del Rende, che una volta tanto si attesta a squadra "delusione" più che "rivelazione", come amano autodefinirsi i calabresi.
A dettare legge e fare gioco dovevano essere prioritariamente Liverani ed i suoi, che invece finiscono per adattarsi ad uno sconclusionato "ping pong alla viva il parroco" fatto di palloni lunghi ed alti.
Cause ed effetti derivano da situazioni oggettive come terreno pesante ed avversari, ma soprattutto soggettive per una formazione "a sorpresa" mandata in campo da Liverani.
Il Mister leccese cambia inizialmente cinque giocatori dall'undici iniziale che tutti si aspettavano, per poi sostituirne altri cinque in corso gara.
Fuori Di Piazza e Torromino in favore ancora di Caturano e del giovane Dubickas, quale punta di complemento, dentro Marino e Legittimo in sostituzione di Riccardi e Di Matteo.
Tsonev viene collocato da trequartista al posto dell'infortunato Ferreira.
Lo zabaione domenicale produce zero palle gol al cospetto di un Rende ostico e sulla difensiva che dai suoi proclami di vittoria si palesa molto lontana.
I calabresi arrancano calcio da provinciali ed il Lecce li segue adattandosi al non gioco.
Confusione di ruoli, timori di scoprirsi, giocare a "tamburello" annoiano, intristiscono e fanno incavolare i fans giallorossi.
La sveglia, almeno parziale, avviene nel secondo tempo con l'ingresso prima di Di Piazza e poi di Torromino.
Il bomber per eccellenza comincia a concludere da par suo gettando lo scompiglio in una retroguardia distratta, incapace di contenerlo.
Non segna per un'inezia ma la sua valenza è sotto gli occhi di tutti, Liverani in primis.
La rete la confeziona Cosenza su cross da palla inattiva dalla trequarti.
Si va così avanti sino alla fine con qualche iniziativa sterile di entrambe le squadre, due gol annullati giustamente, uno per parte, ma il risultato resta fissato su l'uno a zero.
È pur vero che il campionato si rivela assai scarso di formazioni competitive, ma riteniamo che il Lecce non possa giammai attestarsi alla "men peggio" al grigiore generale.