Sicula Leonzio Lecce
 
Il Catania si scioglie inesorabilmente incassando una quintina da record a Monopoli e lasciando al Lecce il posto d'onore, incontrastato e solitario.
Non c'è contesa di vertice, come sempre detto e riaffermato perentoriamente ogni domenica.
L'unica persona a credere ancora, o fingerlo, in una rimonta degli etnei, era l'impavido Lo Monaco, sicuramente abbacchiato dopo il capitombolo del "Veneziani".
Lo ribadiamo ancora una volta: il Catania resta un'armata di soli "colonnelli", priva di coesione strutturale, mal messa in campo, singhiozzante nel gioco, tenuta fisica e mentale, capacità di stare e tenere il terreno da squadra leader.
Di contro il Lecce, dimostra progressivamente la sua solidità tecnica supportata da un'organizzazione in cui i catanesi possono solo specchiarsi.
Il risultato contro la Leonzio potrebbe ingannare per il punteggio ad occhiali se lo si vede distante da quello di Monopoli, che invece lo ha condizionato decisamente.
Sapere che gli antagonisti primari perdono per 3-0 già a metà primo tempo, taglia gambe e spirito di un possibile rischio di vincere quanto perdere la partita in corso.
Prevale quindi lo stato di "non belligeranza" nel senso di farsi poco male evitando affondi incisivi.
Si giocano solo i primi 45' minuti, contraddistinti da ripetute azioni gol dei salentini, sciupate da Saraniti e Mancosu, da un fraseggio stretto e veloce dei siciliani, che si scoprono troppo rischiando assai.
Il finale alla "camomilla" sancisce un pari non rapportato ai valori espressi, ma utilissimo a muovere la classifica.
Siamo allo sprint decisivo ed il Lecce è destinato a trionfare per manifesta incapacità altrui, oltre ad una forza congenita di prima della classe.