Riceviamo e pubblichiamo

 Giseppe Mario Potenza Il 22 febbraio 2018 nel Palazzo marchesale di Galatone ha avuto luogo un incontro sul tema “Omaggio alla cultura dell’incontro e dieci anni di cronaca italiana con l’Osservatorio giuridico e culturale terzomillennioosservatorio.blogspot.com di Giuseppe Mario Potenza. Il dirigente scolastico prof. Enrico Longo ha dato il benvenuto a questa serata che, egli ha detto, data la larga partecipazione di pubblico, è stata apprezzata per quello che rappresenta: si parla dell’importante lavoro del dott. Giuseppe Mario Potenza, il principale attore della serata con tanti amici al seguito, una persona effettivamente molto seguita, perché la società democratica, la società aperta, si nutre anche di certe persone, di istituzioni e persone che si spendono per gli altri, che non ritengono di chiudere la propria attività culturale con la chiusura della propria attività professionale, che mettono al servizio degli altri la propria esperienza e la propria cultura. Il rag. Flavio Filoni, sindaco di Galatone, ha fatto presente che si dedica questa serata a una persona che non c’è più, il prof. Antonio Pichierri, dell’Unitre, di cui si è visto il buon lavoro svolto nelle scuole. Un saluto particolare egli ha rivolto al dott. Giuseppe Mario Potenza, che ha avuto modo di conoscere e di apprezzare. Quando è stato segretario comunale nella nostra Città, ha detto il sindaco, egli forse non era ancora nato, ma gli hanno raccontato che è stato sempre attivo, partecipe nella dialettica amministrativa della Città. E così pure, un saluto, all’avv. Giuseppe D’Oria, che collabora nell’attività culturale, e al procuratore dott. Antonio De Donno, che abbiamo il piacere di avere con noi. Negli ultimi tempi il modo di comunicare è mutato. Con un messaggio sui social riusciamo a raggiungere tre o quattrocento persone in un secondo, ma non so se questo rappresenta un bene perché la comunicazione talvolta risulta asettica, priva di anima. Viviamo nell’era della continua evoluzione, dove tutto è merce, dove tutto è possibile, dove i valori etici, morali e spirituali vengono sacrificati sull’altare della spregiudicatezza. Comunicare è fondamentale, ma non è importante quello che si dice, ma come lo si dice. In questo contesto il lavoro svolto dall’Osservatorio è di notevole rilevanza perché il modello adottato eleva i principi culturali e scientifici. Per questo mi sento di ringraziare chi per dieci anni ha collaborato fattivamente con l’Osservatorio stesso. Avremo modo di collaborare con l’Unitre, con il dott. Potenza, ha concluso il sindaco, e lo ringrazia per il contributo e per l’imponente donazione scientifica. Il prof. Elio Alba, presidente dell’Unitre di Galatone, ha occasione di parlare del festeggiato di oggi, ha detto il prof. Longo, egli sinceramente ha letto su Internet qualcosa della sua attività, delle sue esperienze scientifiche e anche didattiche, però ne ha una conoscenza cartacea. Il prof. Alba ha ricordato che Giuseppe Mario Potenza è stato segretario generale di Comuni e Province. Fondatore della Sezione di Imperia del Centro Italiano di Studi Amministrativi, già membro della Commissione ministeriale dei principi contabili e della Commissione franco-italiano “Formation des Personnels”, autore di numerose pubblicazioni su temi amministrativi e penali presso le Case Editrici Giuffrè, Maggioli e Noccioli, quotidiani e riviste varie, revisore legale, docente per conto del Ministero dell’Interno e di altri enti, un grandissimo conferenziere, ha avuto riconoscimenti con encomi ministeriali, di enti locali – anche qui a Galatone con encomio solenne – da parte dell’Università Redemptoris Mater di Managua, del Ministero della Presidenza del Nicaragua e l’onorificenza di Grande Ufficiale al merito della Repubblica Italiana. Siamo lieti di festeggiare, egli ha fatto presente, dieci anni (al dicembre 2016, e anche dopo) di attività post-professionale del nostro amico Giuseppe che, come fondatore dell’Osservatorio giuridico e culturale “Terzo Millennio”, ha organizzato incontri di studio, coinvolgendo illustri esponenti della dottrina accademica, della magistratura e di alte Istituzioni, come Gian Carlo Caselli, Procuratore della Repubblica a Torino, Gian Candido De Martin della Luiss, Salvatore Greco della Corte dei conti, ecc., e curando la rivista on-line, dove ha fatto convergere grandi firme di fama nazionale su temi corrispondenti al bene comune, anche per spunti utili al legislatore. Egli ha favorito così la comunicazione in un mondo che, come questo in cui viviamo, non sempre può fruire di compattazione e che non di rado vede la cultura asservita a interessi di parte. Particolarmente significativa, poi ha concluso, è la raccolta dei suoi scritti inseriti, a mano a mano, nella rivista, che riguardano argomenti di grande importanza sociale. Grazie, Giuseppe. E’ venuto qui fra noi, ha fatto osservare il prof. Enrico Longo, il senatore prof. Giorgio De Giuseppe, e lo ha invitato a dire qualcosa. Ci troviamo tutti insieme, ha detto il prof. De Giuseppe, per ringraziare Giuseppe Mario Potenza per come ha saputo vivere intensamente tutto il periodo in cui ha lavorato per la Pubblica Amministrazione, ma anche quando, lasciata la Pubblica Amministrazione, non ha cessato di dedicarsi allo studio e all'approfondimento di tanti argomenti, e quei volumi che sono qui davanti a noi testimoniano la eccezionale capacità di quest’uomo di non perdere tempo. In fondo, egli ha fatto presente, se facciamo una riflessione, tutto sta proprio qui: non perdere tempo nella nostra vita, cercare di dare contenuti ad ogni cosa che facciamo, senza disperdere le preziose energie che ognuno di noi ha. Tra le cose di Giuseppe Mario Potenza ho avuto la gioia di ammirare un quadro di una delicatezza eccezionale. Non figurerà, penso, la produzione pittorica, ma anche questo è un aspetto dell’impegno civile. Non si lavora per sé, ma si lavora per gli altri. Ringrazio, egli ha detto, voi tutti, Giuseppe Doria, amico di tanti anni e di tante vicende, e, in modo particolare, credo di interpretare il pensiero di tutti voi, ringrazio il procuratore Antonio De Donno: anch’egli, non perdendo tempo, è riuscito a inserire nel suo tempo questo piccolo spazio a Galatone e gli dobbiamo essere molto grati. Ha alle sue spalle una responsabilità immensa: dirigere l’ufficio della Procura di Brindisi non è cosa agevole e non è cosa semplice. Nel momento in cui egli è impegnato a difendere la società civile da un assalto che sembra sempre più consistente, vorrei che sentisse il calore della nostra amicizia e della nostra gratitudine. A tutti do il mio affettuoso saluto. Grazie per avermi invitato, ha detto il dott. Antonio De Donno, procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi. ringrazio il senatore De Giuseppe, esempio di politica reale, corretta, onesta. Il tema di questa sera è un tema stimolante. Dietro il termine “comunicazione” ci sono molte sfaccettature. Comunicazione è trasmissione di un dato, di una lettera, della parola, del pensiero. Poi c’è la comunicazione rivolta a una persona o a più persone. La comunicazione è un concetto assolutamente eterogeneo ed è legato a concetti idiomatici molto forti, molto importanti, come il concetto di potere e il concetto di verità. Per capire come si è passati dalla comunicazione tradizionale, una comunicazione affidata a meccanismi rudimentali, a una comunicazione massiva – oggi non siamo solo destinatari ma anche partecipi della comunicazione – occorre ricordare il passato. Una volta c’era l’unico canale televisivo, e la sera c’era l’unico telegiornale che tutti aspettavano, frutto di evidentissime logiche di potere – un messaggio preconfezionato che poteva servire a orientare le masse – dunque uno strumento di comunicazione che presupponeva l’assenza di capacità critiche. Parlo degli anni ’50 e inizi ’60. Tutto questo viene messo in discussione quando si scatena la bagarre ideologica. I partiti di massa danno impulso alla comunicazione: c’è questa grandissima esperienza civica. Si aggiunge poi il secondo canale. Vi sono le sedi di partito, i giornali di opinione, quasi tutti legati a tematiche ideologiche, dall’estrema sinistra all’estrema destra. E questo dà impulso alla formazione di una opinione pubblica matura. Ma la comunicazione è ancora centralizzata, i giornali sono proprietà di un soggetto privato o pubblico che ancora ha una sua linea. Si tratta, quindi, di una comunicazione a sua volta orientata. Con gli anni ’70 si ha una prima trasformazione, c’è una contestazione di massa, nascono momenti di aggregazione differenziata, gruppi di impegno sociale che si differenziano dai partiti, c’è anche l’Azione Cattolica, un movimento senza connotazione politica. Si può esprimere un pensiero non ancorato a una linea editoriale. Nascono le prime radio libere, i giornali locali. C’è una democratizzazione dell’informazione. Ricordo, ha detto il dott. De Donno, il grande giornalista Antonio Maglio: mai un giudizio soggettivo, ma solo dati: chi, come, dove, quando, perché. Poi ci sono pure le tv libere. Negli anni ’90 tutto viene scardinato dallo strumento mediatico, nasce Internet e ci sono i social network. Si può comunicare in tempo reale, si dialoga e si può rappresentare la notizia in modo immediato. Il grosso problema di oggi è come viene validata la notizia: il pensiero espresso su Internet è un pensiero libero. Come facciamo a dire che il dato è corretto o non è corretto? Qual è la verità, è quella che esiste veramente o è quella del dato che ci viene rappresentato da Internet? Purtroppo, la verità che ci viene rappresentata non corrisponde necessariamente a quella obiettiva. Viviamo in una realtà sempre più virtuale, condizionata dalle modalità con cui la notizia viene trasmessa. E quello che è peggio è anche l’impossibilità di verificare tutti i dati, e il rischio è che siano registrati dati non verificati. Oggi si parla di fake news, cioè di notizie false che circolano liberamente su Internet. Per esempio:  "Siamo agli inizi di una nuova era glaciale". Molte persone sono state condizionate. Questa possibilità di comunicare non ha contribuito in modo efficace e decisivo a formare, a trasmettere un dato corrispondente al reale. Questo è un problema sociologico. I grandi dati – big data – creano un problema ulteriore che riporta alle origini. A gestire la realtà di Internet, cioè catalogare miliardi e miliardi di dati, raffinarli e utilizzarli attraverso motori di ricerca – e questo richiederà operazioni costosissime – saranno pochi gruppi economici che avranno il monopolio. Questo comporterà di nuovo il problema del rapporto tra potere e informazione. Grazie per l’attenzione. Il prof. Giuseppe D’Oria ha fatto i complimenti e gli auguri a Giuseppe Mario Potenza non soltanto per il suo “Terzo Millennio” ma anche per il suo “Municipio e Governo centrale. Echi di cronaca”, molto interessante per la comunicazione piana, sincera e onesta. Io lo ricordo, ha aggiunto, anche come segretario generale del Comune di Galatone, bravo, intelligente. A proposito di comunicazione, per tener presente l’etimologia latina, egli ha detto, per vivere bene e per vincere la solitudine uno ha bisogno di dire e l’altro ascolta. Può anche darsi che chi parla lo fa per dare il suo messaggio e convincere e che chi ascolta se ne sta zitto e ubbidisce. Attenzione, la comunicazione può essere anche questa, se noi non siamo abbastanza edotti ed evoluti per reagire tecnicamente. Faccio un esempio. Se scrivo un aforisma sul mio blog o su Internet ci sono i “Mi piace”, ma se c’è una nuova pubblicazione che può essere distorta, fake-news, si dice, ma che comunicazione è questa? Io non capisco perché dobbiamo usare questi termini inglesi, fake-news, jobs act – e li usa anche il legislatore e questo mi dà enormemente fastidio –, con una lingua italiana così bella, anche incisiva, variegata. Alla fine tu vieni confuso, non è che la comunicazione è fatta ad arte, per confondere? Come vengono fatte le leggi? Una volta un assessore regionale usò un’espressione per voler dire “competenza”. Perché non dici “competenza? Se il termine è usato dal legislatore, lo uso anch’io, disse. “Corruptissima re publica plurimae leges”, disse 2000 anni fa Cicerone, e il povero cittadino è succube. Rivolto al senatore De Giuseppe, egli ha precisato, parla così, ma c’è grande rispetto. Se io debbo usare una forma di comunicazione la più idonea, la più convincente, egli ha osservato, mi trovo di fronte a una Torre di Babele dalla quale difficilmente esco. Il legislatore, a cominciare dall’Europa per arrivare a Galatone, usa termini non intelligibili. Se sto con i piedi per terra e guardo la delibera che fa il mio sindaco, ma non solo qui, anche a Galatina, a Lecce…, leggo: “Vista la legge 267…l’art.39…Atteso…”, Considerato…”, “100mila euro per dare incarico…”, vedo che mi si sta comunicando una delibera che va erga omnes, ma che non va ad approfondire la partecipazione democratica, il consiglio comunale, l’informazione e una sequela di circostanze che dovrebbero portare a una comunicazione positiva. Di fronte ad una società così variegata ci salveremo in pochi perché non tutti possono essere intelligenti. Il dott. Giuseppe Mario Potenza ha osservato che la cultura nasce da una riflessione sui vari temi della società civile e si arricchisce attraverso il confronto delle idee. La formulazione del tema sull’ Osservatorio, lungi dall’esprimere qualsiasi pretesa o velleità, ha voluto significare la sua tensione verso questo scambio di idee, come, appunto, è quello di oggi,e, soprattutto, un auspicio in tal senso per il futuro. All’inizio, ha detto, non si è pensato di fare delle foto, come, per esempio, in occasione della lettura di Canti di Dante e relativo commento nel periodo estivo sulla terrazza in località Cenate. Poi in seguito si è voluto annotare meglio, così per un ricordo, o per una specie di archivio, attraverso un blog. Lo scambio di idee può nascere certamente proficuo in un incontro, e non di rado risultano spunti de iure condendo. Questi spunti non debbono rimanere dimenticati, messi da parte, con rischio della loro vanificazione, ma debbono essere registrati da qualche parte. Questa prima registrazione non è definitiva, ma deve avere risonanza in dimensioni più grandi, in appositi articoli, saggi o pubblicazioni varie. Fedele a questa idea, egli ha detto, ha avuto sempre a casa sua pile di ritagli di quotidiani e periodici, anche quando ha svolto la sua attività professionale: ha conservato quegli scritti che ha ritenuto significativi di giornalisti e politologi, come, ad esempio, Enzo Biagi, Giuseppe De Rita, Ernesto Galli Della Loggia, Indro Montanelli, ecc. Nelle sue pubblicazioni ha citato tanti di questi Scrittori, grazie al lavoro certosino della conservazione dei ritagli. Il lavoro elaborato nelle pubblicazioni, ha continuato il dott. Potenza, rimbalza poi, sulla base di un confronto dottrinale, e torna agli incontri: qui si completa l’interazione incontro-scrittura. Perché? Non c’è mai una stasi, c’è una evoluzione nella società, una evoluzione nel costume, nella dottrina, nella giurisprudenza, nella legislazione, ritenendo opportuno, così, stemperare per l’uomo comune il diritto sotto l’aspetto dottrinale, giurisprudenziale e legislativo. Negli ultimi tempi si è notata una sensibilizzazione popolare in questi campi, ma ancora non basta, bisogna insistere. Tanti provvedimenti importanti sono stati presi sull’onda dell’opinione popolare, ma anche senza grandi onde i cittadini possono levare la loro voce. Ha ringraziato poi i presenti, la Città, l’Unitre e il Circolo Cittadino di Galatone, e quanti hanno collaborato con gli incontri e con la rivista, tra cui don Giuseppe Raho, Salvatore Spedicato, Salvatore Resta, presenti in sala. Diversi, amici fraterni, non sono più tra noi, egli ha detto, come Mario Signore dell’Università del Salento, Donato Valli, magnifico rettore di questa Università, Vittorio Tarantino, che ci ha allietati con il suo canto, ma essi rimangono nei nostri cuori, e li salutiamo ora attraverso le diapositive che si proiettano. Sono state proiettate, a questo punto, le diapositive riguardanti gli incontri organizzati dal dott. Potenza come Osservatorio giuridico e culturale “Terzo Millennio” – i cui interventi poi sono stati inseriti nella rivista – con le relative didascalie, sottolineando, a mano a mano, il nome delle persone più autorevoli e note. Alla fine il sindaco, anche a nome del presidente dell’Unitre e del Circolo Cittadino di Galatone, ha ringraziato il dott. Potenza per la donazione alle tre Biblioteche della raccolta delle annate della rivista “Terzo Millennio” 2007-2016, oltre ai numeri di aprile e dicembre 2017, nonché del volume “Scritti vari”, comprendente gli scritti dello stesso dott. Potenza inseriti, a mano a mano, in detta rivista.

E’ venuto qui fra noi, ha fatto osservare il prof. Enrico Longo, il senatore prof. Giorgio De Giuseppe, e lo ha invitato a dire qualcosa. Ci troviamo tutti insieme, ha detto il prof. De Giuseppe, per ringraziare Giuseppe Mario Potenza per come ha saputo vivere intensamente tutto il periodo in cui ha lavorato per la Pubblica Amministrazione, ma anche quando, lasciata la Pubblica Amministrazione, non ha cessato di dedicarsi allo studio e all’approfondimento di tanti argomenti, e quei volumi che sono qui davanti a noi testimoniano la eccezionale capacità di quest’uomo di non perdere tempo. In fondo, egli ha fatto presente, se facciamo una riflessione, tutto sta proprio qui: non perdere tempo nella nostra vita, cercare di dare contenuti ad ogni cosa che facciamo, senza disperdere le preziose energie che ognuno di noi ha. Tra le cose di Giuseppe Mario Potenza ho avuto la gioia di ammirare un quadro di una delicatezza eccezionale. Non figurerà, penso, la produzione pittorica, ma anche questo è un aspetto dell’impegno civile. Non si lavora per sé, ma si lavora per gli altri. Ringrazio, egli ha detto, voi tutti, Giuseppe Doria, amico di tanti anni e di tante vicende, e, in modo particolare, credo di interpretare il pensiero di tutti voi, ringrazio il procuratore Antonio De Donno: anch’egli, non perdendo tempo, è riuscito a inserire nel suo tempo questo piccolo spazio a Galatone e gli dobbiamo essere molto grati. Ha alle sue spalle una responsabilità immensa: dirigere l’ufficio della Procura di Brindisi non è cosa agevole e non è cosa semplice. Nel momento in cui egli è impegnato a difendere la società civile da un assalto che sembra sempre più consistente, vorrei che sentisse il calore della nostra amicizia e della nostra gratitudine. A tutti  do il mio affettuoso saluto. Grazie per avermi invitato, ha detto il dott. Antonio De Donno, procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi. ringrazio il senatore De Giuseppe, esempio di politica reale, corretta, onesta. Il tema di questa sera è un tema stimolante. Dietro il termine “comunicazione” ci sono molte sfaccettature. Comunicazione è trasmissione di un dato, di una lettera, della parola, del pensiero. Poi c’è la comunicazione rivolta a una persona o a più persone. La comunicazione è un concetto assolutamente eterogeneo ed è legato a concetti idiomatici molto forti, molto importanti, come il concetto di potere e il concetto di verità. Per capire come si è passati dalla comunicazione tradizionale, una comunicazione affidata a meccanismi rudimentali, a una comunicazione massiva – oggi non siamo solo destinatari ma anche partecipi della comunicazione – occorre ricordare il passato. Una volta c’era l’unico canale televisivo, e la sera c’era l’unico telegiornale che tutti aspettavano, frutto di evidentissime logiche di potere –  un messaggio preconfezionato che poteva servire a orientare le masse –  dunque uno strumento di comunicazione che presupponeva l’assenza di capacità critiche. Parlo degli anni ’50 e inizi ’60. Tutto questo viene messo in discussione quando si scatena la bagarre ideologica. I partiti di massa danno impulso alla comunicazione: c’è questa grandissima esperienza civica. Si aggiunge poi il secondo canale. Vi sono le sedi di partito, i giornali di opinione, quasi tutti legati a tematiche ideologiche, dall’estrema sinistra all’estrema destra. E questo dà impulso alla formazione di una opinione pubblica matura. Ma la comunicazione è ancora centralizzata, i giornali sono proprietà di un soggetto privato o pubblico che ancora ha una sua linea. Si tratta, quindi, di una comunicazione a sua volta orientata. Con gli anni ’70 si ha una prima trasformazione, c’è una contestazione di massa, nascono momenti di aggregazione differenziata, gruppi di impegno sociale che si differenziano dai partiti, c’è anche l’Azione Cattolica, un movimento senza connotazione politica. Si può esprimere un pensiero non ancorato a una linea editoriale. Nascono le prime radio libere, i giornali locali. C’è una democratizzazione dell’informazione. Ricordo, ha detto il dott. De Donno, il grande giornalista Antonio Maglio: mai un giudizio soggettivo, ma solo dati: chi, come, dove, quando, perché. Poi ci sono pure le tv libere. Negli anni ’90 tutto viene scardinato dallo strumento mediatico, nasce Internet e ci sono i social network. Si può comunicare in tempo reale, si dialoga e si può rappresentare la notizia in modo immediato. Il grosso problema di oggi è come viene validata la notizia: il pensiero espresso su Internet è un pensiero libero. Come facciamo a dire che il dato è corretto o non è corretto? Qual è la verità, è quella che esiste veramente o è quella del dato che ci viene rappresentato da Internet? Purtroppo, la verità che ci viene rappresentata non corrisponde necessariamente a quella obiettiva. Viviamo in una realtà sempre più virtuale, condizionata dalle modalità con cui la notizia viene trasmessa. E quello che è peggio è anche l’impossibilità di verificare tutti i dati, e il rischio è che siano registrati dati non verificati. Oggi si parla di fake news, cioè di notizie false che circolano liberamente su Internet. Siamo agli inizi di una nuova era glaciale. Molte persone sono state condizionate. Questa possibilità di comunicare non ha contribuito in modo efficace e decisivo a formare, a trasmettere un dato corrispondente al reale. Questo è un problema sociologico. I grandi dati –  big data – creano un problema ulteriore che riporta alle origini. A gestire la realtà di Internet, cioè catalogare miliardi e miliardi di dati, raffinarli e utilizzarli attraverso motori di ricerca – e questo richiederà operazioni costosissime – saranno pochi gruppi economici che avranno il monopolio. Questo comporterà di nuovo il problema del rapporto tra potere e informazione. Grazie per l’attenzione. Il prof. Giuseppe D’Oria  ha fatto i complimenti e gli auguri a Giuseppe Mario Potenza non soltanto per il suo “Terzo Millennio” ma anche per il suo “Municipio e Governo centrale. Echi di cronaca”, molto interessante per la comunicazione piana, sincera e onesta. Io lo ricordo, ha aggiunto, anche come segretario generale del Comune di Galatone, bravo, intelligente. A proposito di comunicazione, per tener presente l’etimologia latina, egli ha detto, per vivere bene e per vincere la solitudine uno ha bisogno di dire e l’altro ascolta. Può anche darsi che chi parla lo fa per dare il suo messaggio e convincere e che chi ascolta se ne sta zitto e ubbidisce. Attenzione, la comunicazione può essere anche questa, se noi non siamo abbastanza edotti ed evoluti per reagire tecnicamente. Faccio un esempio. Se scrivo un aforisma sul mio blog o su Internet ci sono i “Mi piace”, ma se c’è una nuova pubblicazione che può essere distorta, fake-news, si dice, ma che comunicazione è questa? Io non capisco perché dobbiamo usare questi termini inglesi, fake-newsjobs act – e li usa anche il legislatore e questo mi dà enormemente fastidio –, con una lingua italiana così bella, anche incisiva, variegata. Alla fine tu vieni confuso, non è che la comunicazione è fatta ad arte, per confondere? Come vengono fatte le leggi? Una volta un assessore regionale usò un’espressione  per voler dire “competenza”. Perché non dici “competenza? Se il termine è usato dal legislatore, lo uso anch’io, disse. “Corruptissima re publica plurimae leges”, disse 2000 anni fa Cicerone, e il povero cittadino è succube. Rivolto al senatore De Giuseppe, egli ha precisato, parla così, ma  c’è grande rispetto. Se io debbo usare una forma di comunicazione la più idonea, la più convincente, egli ha osservato, mi trovo di fronte a una Torre di Babele dalla quale difficilmente esco. Il legislatore, a cominciare dall’Europa per arrivare a Galatone, usa termini non intelligibili. Se sto con i piedi per terra e guardo la delibera che fa il mio sindaco, ma non solo qui, anche a Galatina, a Lecce…, leggo: “Vista la legge 267…l’art.39…Atteso…”, Considerato…”, “100mila euro per dare incarico…”, vedo che mi si sta comunicando una delibera che va erga omnes, ma che non va ad approfondire la partecipazione democratica, il consiglio comunale, l’informazione e una sequela di circostanze che dovrebbero portare a una comunicazione positiva. Di fronte ad una società così variegata ci salveremo in pochi perché non tutti possono essere intelligenti. Il dott. Giuseppe Mario Potenza ha osservato che la cultura nasce da una riflessione sui vari temi della società civile e si arricchisce attraverso il confronto delle idee. La formulazione del tema sull’ Osservatorio, lungi dall’esprimere qualsiasi pretesa o velleità, ha voluto significare la sua tensione verso questo scambio di idee, come, appunto, è quello di oggi,e, soprattutto, un auspicio in tal senso per il futuro. All’inizio, ha detto, non si è pensato di fare delle foto, come, per esempio, in occasione della lettura di Canti di Dante e relativo commento nel periodo estivo sulla terrazza in località Cenate. Poi in seguito si è voluto annotare meglio, così per un ricordo, o per una specie di archivio, attraverso un blog. Lo scambio di idee può nascere certamente proficuo in un incontro, e non di rado risultano spunti de iure condendo. Questi spunti non debbono rimanere dimenticati, messi da parte, con rischio della loro vanificazione, ma debbono essere registrati da qualche parte. Questa prima registrazione non è definitiva, ma deve avere risonanza in dimensioni più grandi, in appositi articoli, saggi o pubblicazioni varie. Fedele a questa idea, egli ha detto, ha avuto sempre a casa sua pile di ritagli di quotidiani e periodici, anche quando ha svolto la sua attività professionale: ha conservato quegli scritti che ha ritenuto significativi di giornalisti e politologi, come, ad esempio, Enzo Biagi, Giuseppe De Rita, Ernesto Galli Della Loggia,  Indro Montanelli, ecc. Nelle sue pubblicazioni ha citato tanti di questi Scrittori, grazie al lavoro certosino della conservazione dei ritagli. Il lavoro elaborato nelle pubblicazioni, ha continuato il dott. Potenza, rimbalza poi, sulla base di un confronto dottrinale, e torna agli incontri:  qui si completa l’interazione incontro-scrittura. Perché? Non c’è mai una stasi, c’è una evoluzione nella società, una evoluzione nel costume, nella dottrina, nella giurisprudenza, nella legislazione, ritenendo opportuno, così, stemperare per l’uomo comune il diritto sotto l’aspetto dottrinale, giurisprudenziale e legislativo. Negli ultimi tempi si è notata una sensibilizzazione popolare in questi campi, ma ancora non basta, bisogna insistere. Tanti provvedimenti importanti sono stati presi sull’onda dell’opinione popolare, ma anche senza grandi onde i cittadini possono levare la loro voce. Ha ringraziato poi  i presenti, la Città, l’Unitre e il Circolo Cittadino di Galatone, e quanti hanno collaborato con gli incontri e con la rivista, tra cui don Giuseppe Raho, Salvatore Spedicato,  Salvatore Resta, presenti in sala. Diversi, amici fraterni, non sono più tra noi, egli ha detto, come Mario Signore dell’Università del Salento,  Donato Valli, magnifico rettore di questa Università, Vittorio Tarantino, che ci ha allietati con il suo canto, ma essi rimangono nei nostri cuori, e li salutiamo ora attraverso le diapositive che si proiettano.   Sono state proiettate, a questo punto, le diapositive riguardanti gli incontri organizzati dal dott. Potenza come Osservatorio giuridico e culturale “Terzo Millennio”  –  i cui interventi poi sono stati inseriti nella rivista – con le relative didascalie, sottolineando, a mano a mano, il nome delle persone più autorevoli e note. Alla fine il sindaco, anche a nome del presidente dell’Unitre e del Circolo Cittadino di Galatone,  ha ringraziato il dott. Potenza per la donazione alle tre Biblioteche della raccolta delle annate della rivista “Terzo Millennio” 2007-2016, oltre ai numeri di aprile e dicembre 2017, nonché del volume “Scritti vari”, comprendente gli scritti dello stesso dott. Potenza inseriti, a mano a mano, in detta rivista.