Casertana Lecce 
Caserta ed il "Pinto" nuovamente amari per un Lecce ancora in versione autolesionistica.
Gioca male, non morde ed alla prima occasione incassa gol da chiunque
La "Revolution" di formazioni attuata costantemente da Liverani, all'insegna di innovamenti ed esperimenti incomprensibili, continua a dominare la scena. L'undici giallorosso voluto dal tecnico a Caserta si basa su di una linea avanzata composta da Saraniti/Torromino con il supporto di Tabanelli ed un centrocampo ancora inedito, l'attacco non incide per scarsi rifornimenti, per "l'imbottigliamento" delle punte, per la prova evanescente del trequartista.
La manovra non fluisce con le corsie bloccate, il palleggio carente di profondità, gli stessi inserimenti dei mediani Mancosu e Tsonev, votati a lavoro di appoggio/lancio senza aiuto dinamico alle punte.
La difesa, come risaputo, scricchiola.
La Casertana contiene, aggredisce e tenta timidamente di giungere nei paraggi di Perucchini.
L'equilibrio confuso si rompe a seguito di un guizzo vincente di Turchetta che si beve ripetutamente Lepore colpendo una difesa immobile con varchi invitanti.
Su questo episodio si costruisce la gara impalpabile di Liverani, che proteso istericamente alla rimonta immette Di Piazza, Armellino e poi Persano e Caturano.
L'imbroglio tattico/strategico,accanto alla frenesia del gol in perfetto stile di terza categoria dilettantistica, consegue il gioco a "tamburello", ultimamente caro al tecnico romano.
Inutili gli attacchi finali all'arma bianca perché la partita viene persa.
I mille salentini al seguito e la marea di fans in visione televisiva subiscono ancora una delusione indicibile.
Nel mentre esplodono polemiche e critiche si riaprono pericolosamente i giochi promozione con Catania e Trapani oramai alle calcagna.
Le cause di una tale caduta sono tante, ma vedono in prima fila Liverani, che preso da un delirante potere d'onnipotenza, ha finito per sciupare un vantaggio cospicuo, assieme a tante altre occasioni di chiudere in anticipo il campionato.