Se l'avesse disegnata un regista cinematografico, difficilmente la gara del Lecce a Benevento avrebbe assunto gli aspetti così rocamboleschi che poi è andata a vestire. La paura di incontrare i presunti primi della classe costringe Liverani ad infoltire il reparto di mezzo affidandosi a tre mediani, Scavone, Arrigoni, Petruccione e due trequartisti, Mancosu e Falco, a ridosso dell'unica punta, Pettinari. Sulle corsie esterne svolazzano Fiamozzi e Calderoni con Meccariello e Lucioni a presidiare davanti a Vigorito. Il puzzle di esclusiva novità di formazione, almeno per 9/11, si rivela a sorpresa un complesso collaudato, quasi fosse assieme da chissà quanto tempo, mostrando un'intesa stupefacente, condita da gioco eccezionale, personalità insospettata, tecnica di prim'ordine. Il Benevento viene ridotto ai minimi termini, subisce la superiorità del Lecce, è una squadra evanescente, tradisce propositi e nomi altisonanti, in campo ci sono solo i giallorossi salentini. Domato ed annullato assiste incredulo al dominio leccese che si concretizza con il gol gioiello di Mancosu. Roba da far rabbrividire tifosi e giocatori campani esaltando i fans salentini vicini ed a distanza. Il contenuto della gara prelude ad una goleada per la schiacciante differenza strutturale in favore di Arrigoni e company. Anziché della reazione sannita si confezionano altri due gol a firma Falco e Fiamozzi, con il portiere Puggioni stordito spettatore. La metamorfosi incredibile a partire da metà ripresa poteva prevederla solo un extraterrestre. Liverani, preso dal suo noto handicap difensivo toglie a ripetizione Falco, Pettinari ed Arrigoni, sostituendoli con La Mantia, Cosenza e Tabanelli, scombussolando la squadra, trasmettendo stimoli ansiogeni, arretrando il baricentro con un assetto difensivo a cinque ed in via automatica la perdita del possesso palla. In soli 20' gli uomini di Bucchi, pur privi di compostezza, si buttano allo sbaraglio in avanti, sfruttando la passività dei salentini e confezionando un'impresa fuori portata. Rifilano tre gol a Vigorito (Volta, Ricci e Coda), che ne salva almeno altri due, sfruttando la propria disperazione e la defezione di Liverani ed i suoi che si erano da tempo allontanati dal prato verde. Onori e colpe viaggiano a stretto contatto!