Andamento iniziale lento, risparmino, remissivo, nel quale si incassano due gol sempre in fotocopia;
Reazione caparbia, volitiva, autoritaria che permette di ristabilire il punteggio;
ritirata strategica appagante nel momento di attuare il forcing finale per stendere un avversario oramai logorato fisicamente, nello spirito e scarso di soluzioni tecniche/tattiche.
Meriti e responsabilità oggettive vanno ovviamente attribuite soprattutto a Liverani, autore di scelte iniziali ancora una volta incomprensibili (Lepore e Pettinari in primis), coraggioso nell'immettere la terza punta Palombi per Scavone, favorendo la rimonta orgogliosa, indiziato di reato/vittoria quando ha fatto tirare i remi in barca cacciando La Mantia per Tabanelli.
Il mister leccese, eternamente alle prese con i colpi ad effetto, il più delle volte rivelatisi del harakiri, favorisce un atteggiamento cauto evitando di attaccare i foggiani nel loro malmesso fortino. I due gol incassati, sempre con tiri dalla distanza, sono appunto conseguenti alla tattica boomerang imposta.
Mancosu e La Mantia rimettono le cose a posto preparando il terzo gol che il forcing perentorio sembra far scaturire mentre i foggiani non sanno a che "santo" votarsi per mantenere almeno un pari.
Dove non arrivano gli avversari ci pensa Liverani attuando l'ennesima sostituzione capestro con la cacciata di La Mantia per Tabanelli che, a parte il valore tecnico, stronca ritmo ed efficacia offensiva, proprio sul più bello.
I giallorossi restano sempre in credito di vittorie e punti, purtroppo dispersi a causa di un "male proprio con relativo pianto verso se stessi".