La gara dell'Adriatico ha confermato quanto possa influire la direzione negativa di un direttore in giornata storta, certamente non all'altezza della situazione.
Ammonire due difensori dopo pochi minuti per poi espellerli al secondo contatto fisico, tra l'altro non feroce, è indice d'infantilismo arbitrale di un soggetto alle prime armi.
Senza agitare legittimi sospetti in merito ad una designazione inadeguata per la conterraneita' di residenza (lui è di Avezzano), affermiamo decisamente la scarsità  operativa di un arbitro non all'altezza.
Calderoni e Meccariello espulsi, pagano anche la loro ingenua irruenza e meritavano la sostituzione anticipata onde evitare il patatrac.
Liverani non ci arriva o non vuole farla scivolando sulla buccia di banana di un possibile errore abbinato alla scelta precedente di sostituire Marino con Venuti nel calcolo improprio di bloccare Mancuso, veloce palla al piede.
Al centravanti pescarese bastano infatti pochi minuti per smentire il tecnico romano siglando un gol di testa su cross di Memushaj; Venuti non riesce proprio a tenerlo.
Il flop sui palloni alti dei difensori leccesi si ripeterà di li  a poco con la seconda rete, realizzata da Gravillon a seguito di corner da destra.
Il ritorno del Lecce è in bello stile manovriero guidato magistralmente da Petrucciine che tesse la tela del gioco in modo esemplare.
Segna Palombi di opportunismo e riapre il confronto destinato a passare dalla spettacolarità  emotiva e di gioco alla triste, infausta serata di Di Paolo.
La Mantia colpisce la traversa in una duplice conclusione a rete, ma il Lecce, nonostante decimato, continua a menare la danza pareggiando con Tabanelli e mettendo la fifa agli abbruzzesi, incapaci di sfruttare la doppia superiotà numerica. Sul finire Del Sole, giovane gioiello inventino, prima con un guizzo e relativa conclusione a giro di sinistro dal limite area, e poi con una fuga solitaria a Lecce tutto in avanti, permette ai biancocelesti di assaporare una vittoria oramai insperata e quasi impossibile.
Lecce a tratti straordinario e sempre proiettato in alto, difesa stralunata permettendo.