Il caso Verona è stato risolto facilmente con due gol siglati da La Mantia e Lucioni, anche se la messe poteva essere più copiosa.
Gli scaligeri rabberciati dalle assenze a doppia cifra ed un Lecce rinfrancato da miopi soluzioni tecniche, quindi votato a semplicità strategica ed operativa, rilanciano i giallorossi verso il vertice della graduatoria.
Del fatto non avevamo dubbi perché il malessere della compagine salentina era legato a trambusti di schieramento che avevano fiaccato consistenza e capacità di un gruppo già attestatosi ai massimi livelli.
Per ritrovare il sorriso è bastato tornare ad essere se stessi, evitando goliardiche esibizioni sperimentali ed affidandosi agli uomini leader della compagine, che non possono lasciarsi in panca.
Esempi qualificanti sono venuti da Falco e Mancosu, che riescono sempre a dare il colpo vincente, pur non essendo al 110% del top prestativo.
La Mantia, Petriccione, Tachtsidis ed i due esterni bassi, insieme a Lucioni, hanno fatto il resto per scardinare la flebile resistenza degli uomini di Grosso.
Squadra più compatta ed omogenea di calciatori e gioco che ha risposto autorevolmente "presente" pur non brillando come in un recente passato.
Interessava riacquistare unità d'intenti e strategica per continuare la lotta alla promozione, che proviene da indubbie qualità dei singoli, spogli da anarchie di funzioni, come purtroppo spesso sono sottoposti.
Il viatico verso Palermo è stato ottenuto con relativa facilità contro un Verona debilitato dalle assenze plurime, ma la riconferma dello spessore calcistico dei giallorossi, conforta per gli sviluppi da serie A, meritati non occasionalmente, per grazia ricevuta o per tocco/ispirazione magica di qualcuno.