Erano in molti ad aspettare l'esito del match di Palermo per stabilire quante chance abbia il Lecce per aspirare in via diretta o subordinata alla massima serie.
Ebbene, come sempre accade quando si tratta di giudicare la formazione di Liverani, le risposte sono controverse passando da rilievi di alto spessore a note purtroppo deludenti e preoccupanti.
Per la fase offensiva della squadra, intesa come capacità di fare gioco, tenere palla girandola velocemente da un piede all'altro nella trequarti opposta, quasi irridendo gli avversari, i giallorossi meritano un "ottimo" in pagella.
Il tutto, si badi bene, esente dalle conclusioni in porta nell'occasione assai imprecise. Quando il Lecce fraseggia in bello stile trova pochi rivali che la possano contenere.
Il punto però è rappresentato da un giusto mix, da un equilibrio tecnico-tattico che possa permettere ai giallorossi di attaccare e parimenti difendere, come richiesto da un principio calcistico basilare.
Niente da fare, sotto tale profilo il Lecce continua a deludere subendo gol continuamente da qualsiasi contendente che si venga a trovare sulla sua strada.
Le ragioni sono note a tutti e serve a poco la dialettica dei responsabili tesa a giustificare l'indebolimento o il mancato richiesto rafforzamento a seguito del mercato supplettivo.
La linea arretrata, di per se stessa distratta e non sempre reattiva anche nei due centrali, accusa le defaillances degli esterni Venuti e Calderoni, e soffre la mancanza di protezione del reparto di mezzo. Cedere Armellino in un centrocampo votato solo ad offendere, si sta rivelando un mezzo suicidio anche per l'assenza forzata di Scavone.
Le osservazioni secondarie, scaturite sempre dalle solite "lune" di schieramento, vedi l'impiego di Haye al posto di Arrigoni, comunque più muscolare, o le perpetue sostituzioni mai del tutto azzeccate del mister romano, che si concede il lusso di cacciare Mancosu, uno dei suoi uomini migliori, in favore di Tumminello, ancora un pesce fuor d'acqua, rientrano pure in una prassi controproducente da accettare nostro malgrado.
Il 2-1 finale con cui Trajkovski e Puscas hanno regalato la vittoria ai siciliani grazie alle defezioni infantili di Majer e Meccariello, a fronte dell'unica prodezza insperata di Tabanelli, resta conseguente dell'assortimento disomogeneo e per certi aspetti a boomerang della formazione voluta dal duo Liverani-Meluso.
Nonostante tutto ciò, le risposte continuano ad essere positive a patto che si cerchi di rimediare all'ostinata tendenza di sovvertire gli equilibri spontanei di un Lecce da caratura di promozione.