L'espulsione di Vigorito ed il conseguente subentro di Bleve in sostituzione di Palombi, nonostante il condizionamento per inferiorità numerica, poteva permettere al Lecce di dare ed ottenere qualcosa in più della sconfitta per 2-0 contro i lombardi.
Alcune conclusioni sui pali della porta avversaria (La Mantia e Meccariello) o ciccate nel centrare il sette (sempre di Meccariello), un penalty su Petriccione trasformato in punizione contro, una serie interminabile di interventi fallosi non puniti, e soprattutto una condotta difensiva da brividi, hanno impedito un esito diverso dell'incontro.
Aggiungiamo poi le solite scelte a sorpresa di Liverani, di cui non riesce a fare proprio a meno, sia nello schieramento iniziale che nei cambi successivi, e la frittata viene servita in modo indigesto.
Falco fuori per Palombi e Marino sostituto di Calderoni per infortunio, rispondono alla logica controversa del tecnico romano che non perde occasione nel complicarsi la vita.
Quando il trainer muta la formazione base per motivi che non reggono o la trasforma arroccandola dietro, le conseguenze sono quasi sempre negative perché finisce per esaltare la fase difensiva, terribilmente sofferta dai giallorossi.
La dinamica dell'uscita rocambolesca di Vigorito su Strizzolo, con papera colossale ed i due gol siglati dallo stesso attaccante, con la retroguardia scomposta, disattenta e passiva, testimoniano quanto il Lecce disdegni e non riesca proprio a giocare nei propri sedici metri finali.
Senza ripeterci sempre su di una fase di gioco mai corretta, e comunque non all'altezza della manovra offensiva da godere per varietà, precisione ed abilità tecnica, il Lecce lascia altri tre punti importanti nella corsa al primato assoluto, complessivamente meritato.
Non volendo inferire sulla prestazione negativa di tutti i giallorossi, riteniamo sia meglio girare subito pagina, cogliendo gli insegnamenti di questa brutta partita e sforzandosi di rimediare nella gestione futura di gare, che potranno anche rivelare lati problematici, da leggere attentamente, operando con pragmatismo e mestiere, palesemente messi in discussione contro una Cremonese non irresistibile.