Non c'è storia tra Lecce e Carpi. I giallorossi siglano 4 gol nella ripresa, risparmiandosi forse per un risultato tennistico. Troppa la differenza tra le due squadre da potersi colmare in una gara presentata da più parti come difficile.
In effetti qualche intoppo, il Lecce se lo è creato autonomamente quando con un gioco prolisso, a rallenty e sempre con cross, ha cercato il vantaggio in modo sbagliato rispetto alle caratteristiche degli avanti, privi di La Mantia squalificato.
Mutata la rotta ad inizio ripresa, affidandosi a rifiniture e conclusioni basse, la sterile resistenza degli emiliani si è sciolta sotto i colpi ripetuti di Venuti, Mancosu, Falco e Tumminello.
L'andamento lento ma incisivo giustifica una prestazione superiore che non sempre necessita di ritmi alti, aggressività e mordente da leader perché basta acume tattico e tecnica per mettere ko gli avversari.
Il tempo veloce di gioire per una vittoria scontata, con il pensiero rivolto a Perugia che registrerà l'assenza di Lucioni, ingenuamente espulso per due ammonizioni, al pari di alcune leggerezze difensive che hanno consentito a Bleve di guadagnarsi qualche elogio, incassando comunque un gol a difesa schierata.
La serie A adesso è veramente a portata di piedi, non acchiapparla sarebbe oltremodo colpevole.