Corini, trainer delle "Rondinelle", ha perso la gara contro il Lecce già prima di scendere in campo. In questa sua disfatta iniziale ha inciso notevolmente l'atteggiamento conservativo, privo di mordente offensivo, fondato su cautela strategica che la sua formazione ha applicato per tutti i '90.
La scelta poi di uno spento Ndouj, trequartista al posto di Tremolada, che nella gara precedente si era distinto parecchio, ha contribuito a rendere evanescente l'attacco mitraglia, notoriamente apprezzato.
Torregrossa e Donnarumma, impacciati, nervosi, confusionari ed abuluci, al pari di Tonali pressoché inutile, hanno completato un settore avanzato, molto lontano dall'attrazione di battistrada della categoria.
La giornata negativa dell'undici lombardo non sminuisce comunque la prestazione orgogliosa e tecnica dei giallorossi, che oltre ad impedire gioco e velleità dei bresciani si sono imposti autorevolmente, dimostrando a tutti che si trovano al vertice della graduatoria per esclusivi meriti e qualità dei singoli.
In tale giudizio non deve ingannare il gol salvifico ma striminzito di Tabanelli né una superiorità numerica per circa '30, perché la sostanzialita' del gioco ha parlato unicamente il linguaggio salentino.
Difesa finalmente accorta e determinata, mediana tecnica, dinamica ed interditiva, attacco volitivo e votato allo sfondamento, hanno permesso alla truppa giallorossa di annichilire gli avversari portandoli gradatamente alla resa finale.
In una graduatoria di merito dei singoli resta difficile stabilire i migliori perché il collettivo si è distinto pariteticamente.
Un'eccezione sentiamo però di farla per il solo Lucioni che si è quasi immolato alla causa promozione con uno spirito pressoché maniacale.
A questo punto, farsi sfuggire la promozione diretta meritatissima sarebbe solo un imperdonabile suicidio.