Fascinose suggestioni musicali, con il «Festival Muse Salentine». Parte martedì 30 luglio dalla cattedrale di Otranto l’edizione 2019 della manifestazione musicale e culturale in programma nel Basso Salento da luglio a settembre, nata dall'intuizione di Charles Adriaenssen, produttore discografico belga, fondatore e presidente della casa discografica Outhere Music. Adriaenssen si innamora del Salento, che scopre essere una terra d'arte e di grandi tradizioni, patria del tenore Tito Schipa e del poeta Vittorio Bodini, e per questo motivo sceglie di acquistare e ristrutturare un palazzo del 1400 ad Alessano, cittadina in provincia di Lecce. Partendo da qui, decide di dar impulso e di valorizzare l'arte e la cultura del territorio attraverso l'organizzazione di eventi musicali e culturali di alto profilo. Grazie al suo impegno, ogni estate la terra salentina è animata da una serie di concerti informali di altissimo livello, pensati per un numero massimo di 200 spettatori, in modo da stabilire un forte legame tra performers e pubblico. Gli artisti si esibiscono per lo più a Palazzo Sangiovanni ad Alessano (la residenza che Adriaenssen ha restaurato). Ma i concerti hanno come teatro naturale anche altre suggestive location, dalle chiese ai cortili delle dimore storiche alle sale dei castelli. Il programma del Festival, caratterizzato da particolare versatilità, presenta un repertorio variegato, che spazia dai brani noti alle novità più interessanti nel panorama della musica classica. È principalmente basato su un vasto network di artisti internazionali di grande spessore, provenienti per la maggior parte dalla casa discografica e legati ad Adriaenssen da una profonda stima e amicizia. A loro vengono affiancati artisti provenienti dal Salento, al fine di creare una sinergia sempre più intensa tra l'ambito locale e l'impronta cosmopolita della manifestazione. Dalla sua nascita fino ad oggi il Festival è cresciuto sempre più, facendo affidamento solo sulle proprie forze, senza ricevere alcun aiuto esterno. Si è autofinanziato grazie al caloroso sostegno dei circa 300 soci ordinari, sostenitori e mecenati, e del numeroso pubblico (nel 2018 si sono registrate più di 2000 presenze complessive) che, con le sue donazioni, ha consentito di portare sempre più musica nel Salento, e di realizzare ogni estate dieci – dodici concerti. La prima sessione di Muse Salentine si apre il 30 luglio nella Cattedrale di Otranto, con l'ensemble internazionale Vox Luminis, considerato uno dei migliori gruppi vocali al mondo. Diretto da Lionel Meunier (che si esibisce anche come cantante, nel ruolo di basso). Vox Luminis è un ensemble di musica antica nato in Belgio nel 2004 su impulso di Lionel Meunier, suo fondatore e direttore artistico. Si autodefinisce come un gruppo di solisti con una base proveniente dal Conservatorio Reale de L'Aia. Lionel Meunier è conosciuto a livello internazionale come direttore artistico dell’ensemble Vox Luminis, che ha creato nel 2004. La manifestazione prosegue il 1° agosto con un doppio appuntamento: performance musicale e vernissage di opere pittoriche. Nella sala concerti di Palazzo Sangiovanni, ad Alessano, Julie Sévilla-Fraysse giovane violoncellista e componente dell'Orchestre de la Garde Républicaine,  ed il pianista Nazareno Ferruggio, uno dei pianisti italiani più raffinati, eseguono brani di Camille Saint-Saëns, Gabriel Fauré e Claude Debussy. Questo concerto è dedicato e riservato ai soci mecenati e sostenitori per ringraziarli del loro supporto, ed è seguito da una cena che si svolge all'interno di Palazzo Sangiovanni. Sempre la stessa sera, si inaugura la mostra del pittore sudafricano Michele Mathison che ne suggella il lavoro creativo svolto durante la permanenza in Salento, nella residenza d'artista creata appositamente ad Alessano nella sede di Muse Salentine. In esposizione opere che, attraverso la valenza materica della pittura, esaltano la bellezza del territorio salentino e le sue materie prime. Michele Mathison è nato nel 1977 a Johannesburg ed attualmente vive e lavora dividendosi tra lo Zimbabwe e il sud Africa. Il 3 agosto è la volta del pianista Nikolay Khozyainov con alcuni brani tratti da opere di Frédéric Chopin e poi la prima parte del Festival si chiuderà il 6 agosto con l'ensemble Hirundo Maris, creato nel 2009 dal soprano Arianna Savall, che in questo concerto suona anche l'arpa tripla barocca, e dal tenore Petter Udland Johansen, che si esibisce con l'hardingfele e la cetra, e composto, oltre che dai due fondatori, da Miquel Angel Cordero, al colascione e al contrabbasso, e David Mayoral, alle percussioni. La seconda sessione del Festival si terrà poi a settembre, con un programma che prevede componimenti da Camera, repertori vocali e Musica Antica. La programmazione, dal 14 al 22, prevede 9 concerti. Il 14 la rassegna ripartirà con l'esibizione del mezzosoprano Eva Zaïcik, accompagnata dall'ensemble Le Consort, composto dai violinisti Théotime Langlois de Swarte e Sophie de Bardonnèche, da Louise Pierrard, alla viola da gamba, e diretto dal fondatore del gruppo, il clavicembalista francoamericano Justin Taylor. In programma musiche di Louis-Antoine Lefebvre, Michel-Pignolet de Montéclair, Jean-François Dandrieu, Philippe Courbois, Henry Eccles, Henry Purcell, Georg Friederich Handel e Antonio Vivaldi. Il 15 protagonista è la Fondazione Internazionale Yehudi Menuhin, diretta per questo concerto da Mario Villuendas, che suona anche il violoncello, con un ospite d'onore speciale, il violinista salentino Alessandro Quarta. Poi il 16 settembre sarà la volta del Busch Trio, uno dei più importanti terzetti di pianoforte a livello internazionale, con l'opera 97 di Ludwig van Beethoven e l'opera 49 di Felix Mendelssohn. La rassegna continua il 17 con la clavicembalista Alexandra Ivanova che interpreta opere di Jacques Duphly, Jean-Philippe Rameau, Anita Mieze e Joseph- Nicolas-Pancrace Royer per poi passare il 18 ad ospitare l'Hausmusik Ensemble formato da docenti del Conservatorio «Tito Schipa» di Lecce: Luigi Bisanti e Lucia Rizzello, flautisti, Giuseppe Spedicati, al fagotto, Gabriele Musio, violoncellista, e Corrado de Bernart, clavicembalista e pianista, esegue brani di Johann Joachim Quantz, Federico il Grande, Franz Benda, François Devienne e Gaetano Donizetti. Quindi il Festival continua il 19 con il concerto del pianista Alexey Zuev che interpreta opere di Carl Maria von Weber, Igor Stravinsky e John Adams per poi offrire il palcoscenico il 20 settembre alle sorelle francesi Chouchane e Astrig Siranossian, rispettivamente violinista e violoncellista, che interpretano opere di Maurice Ravel, Daniel Schnyder, Benjamin Attahir e Thomas Demenga. Il 21 ritorna poi l'appuntamento con il cinema muto accompagnato dalla musica. Il film proiettato è un'opera del 1920, «Der Golem, wie er in die Welt kam». Gli effetti sonori sono curati da Jed Wentz, e l'accompagnamento al pianoforte è della musicista russa Olga Pashchenko, con brani di Alexander Borodin, Niels Gade, Edvard Grieg, Franz Liszt, Felix Mendelssohn, Franz Schubert, Aleksander Scriabin e Richard Strauss. Der Golem wie er in die Welt kam è riconosciuto come uno dei capolavori del cinema di Weimar. Il Festival si conclude quindi il 22 con il nuovo disco dell'ensemble I Bassifondi, diretto dal liutista romano Simone Vallerotonda, la rockstar della musica barocca, che suona anche la tiorba e la chitarra barocca, e composto da Gabriele Miracle, alle percussioni, e da Stefano Todarello, al colascione, alla chitarra battente e alla sordellina, con l'accompagnamento del soprano Monica Piccinini. Il repertorio è incentrato sulla Roma del '600, con brani di Giovanni Girolamo Kapsberger, Marco Marazzoli, Tommaso Marchetti, Ferdinando Valdambrini, Girolamo Frescobaldi, Giovanni Paolo Foscarini, Virgilio Mazzocchi e Athanasius Kircher.