Incredibile prestazione dei giallorossi decisamente preposti a farsi male in una gara rocambolesca per sole sfaccettature negative.
Da salvare poco e niente partendo proprio dall'operato di Liverani orientato a cercare harakiri.
Schiera in campo una formazione monca di giocatori non validi fisicamente, disposti male, inappropriata per un Verona infoltito di centrocampisti, incapace di tenere testa agli scaligeri.
Prestazione ai limiti della decenza nella quale spiccano fiaccamente Dell'Orco, Benzar, Shakov, iniziali sostituti di Calderoni, Rispoli, Petriccione.
Al tilt individuale che coinvolge pure Lapadula, Mancosu, Tachtsidis, si deve abbinare un assetto tattico improvvisato, un gioco frammentario e scadente, l'assenza marcata di coesione, nerbo atletico, voglia d'imporsi, lo spirito che contraddistingue chi lotta per salvarsi.
Oltre alla superficialità iniziale ed al conseguente approccio dobbiamo rilevare una cattiva lettura dell'andamento gara, quando ad una netta superiorità della mediana veneta ed addirittura all'assenza totale di punte, il tecnico leccese snellisce ulteriormente il suo centrocampo togliendo Shakov per La Mantia e tenendo in campo i due centrali difensivi come belle statuine prive di avversari.
Amnesia totale che salva parzialmente i soli Falco e Gabriel regalando una vittoria importante al Verona, incredula per la tante concessioni ed arrivata al gol con Pessina grazie alla pavida e disastrata funzione difensiva dei giallorossi.
Zaccagni migliore in campo coadiuvato dal tecnico Juric abile nel preparare e condurre in porto un successo insperato.
Per i salentini sospinti da un pubblico eccezionale urge girare subito pagina, facendo tesoro della sconfitta bruciante e riprendendo le fila di una salvezza in cui credere fortemente allontanando lo spettro di una crisi precoce.