Ancorate alla terra, ma slanciate verso il cielo. Nel corso dei secoli le maestose cattedrali sono state realizzate con questo spirito, ossia quello di elevare lo spirito verso il Cielo partendo dall’umano. E per il titolo del suo cd, il maestro Rocco Giovanni Mastrolia non poteva scegliere titolo migliore: La cattedrale, appunto. Accarezzando con estrema raffinatezza le corde della chitarra acustica, sua inseparabile compagna di viaggio Mastrolia, esecutore e docente, trasporta l’ascoltatore in una dimensione «celeste», attraverso uno stile elegante ed elaborato allo stesso tempo. Tredici i brani del cd, che si apre con Rapsodia di Re maggiore, una sorta di prologo al resto del lavoro, brano dalle grandi soavità che rimanda a paesaggi incantati e sereni, per poi passare al brano che dà il titolo al disco, La cattedrale appunto, con picchi melodici quasi tangueri. E poi Rom, con venature tra il blues e il jazz. Non poteva mancare un classico, Moon River di Henry Mancini, che non può non far vivere intense amozioni e far affiorare alla mente l’epico film Colazione da Tiffany con la grande Audrey Hepburn. Due le chitarre per Cloto, Enchanté, The battle of the Edimburgh Castle e per New Orleans. Ed ancora tra i classici Ellens dritter Geasang, composta da Franz Schubert nel 1825 come parte della sua Opus 52, più nota come Ave Maria. Completano l’album Pagine antiche, Luçia, Adagio dal Concierto de Aranjuez, per chiudere con Notturno. La cattedrale è un disco che non va solo ascoltato, ma vissuto. Un disco che ha la capacità di trasportare la mente in dimensioni diverse, in un viaggio dalla terra verso la purezza del Cielo.