Vita ed economia delle genti di Cavallino del XVIII secolo ricostruiti attraverso i dati del catasto onciario. Si chiama «Cavallino: 1745 e dintorni» il libro di Fernando De Dominicis pubblicato per i tipi di Congedo Editore con il quale l'autore, mosso dall'amore che da sempre nutre per la sua cittadina, ha ricostruito la realtà storica della Cavallino settecentesca, dagli aspetti di vita spicciola sino alle questioni finanziarie. Non a caso, ha scelto come sottotitolo «Passeggiata fra motte, note di economia, di storia, di toponomastica e di amenità varie». C'è dunque il desiderio di conoscere la realtà storica di Cavallino, l'odonomastica e la toponomastica storica, di toccare con mano la quotidianità degli uomini di un tempo, fatta di cose semplice e stili di vita genuini. Per ricavare  tutto ciò De Dominicis, vice preside a riposo dell'Istituto comprensivo «Leonardo da Vinci» di Cavallino, ha avuto come unica fonte il catasto onciario di Cavallino, pubblicato nell'agosto 1745 e conservato («in ottimo stato e presenta una grafia chiara», chiarisce lo stesso autore) nell'Archivio di Stato di Lecce. «L'ho esaminato con attenzione- spiega De Dominicis – e la sua lettura mi ha consentito di ricavare la presenza dei mestieri della popolazione, della sua suddivisione per sesso e per età, a capire la composizione delle famiglie, lo stato sociale dei contadini, la denominazione delle strade e un quadro quanto più esatto dei terreni che componevano il feudo di Cavallino». Ma non solo: dal libro di De Dominicis si possono anche ricavare anche i cognomi dell'epoca, tradizioni come le antiche fiere dei contadini il tutto corredato da una serie di fotografie dei monumenti e dei beni architettonici di Cavallino, di antiche masserie e casolati. Ma De Domincis si è spinto ancora oltre, giungendo ai giorni nostri e arricchendo il suo lavoro con foto e note sulle strutture realizzate recentemente in paese.