Una storia dalla forte attualità, che vuole far riflettere ancor prima che dilettare il lettore. Ecco «Il rumore degli errori», il romanzo di Antonio Cotardo edito da Youcanprint dai tratti vigorosi disegnati intorno ad argomento che sta dilagando sempre di più nella società attuale: la ludopatia. Quella narrata da Cotardo in questo suo primo lavoro narrativo che segue la silloge poetica «Venticinque» è una parabola discendente della vita, ed il senso del racconto è tutto racchiuso in una frase pronunciata dallo stesso protagonista del romanzo, Alberto: «la fortuna più la si cerca e meno la si ottiene!», monito per quanti pensano di trovare il facile guadagno attraverso il grattare un pezzo di carta. Alberto è un uomo di trent'anni a cui la vita ha dato tutto quello che dovrebbe servire a un essere umano per essere felice. La vera felicità però, va oltre l'appagamento del materialismo e se ci sono dei conti in sospeso con se stessi, bisogna trovare il modo di risolverli una volta per tutte. «Il rumore degli errori» è una storia in comune a quella di tantissime persone. Un intreccio di emozioni, suoni, profumi, parole, ricordi e solitudini. Attraverso queste pagine infatti, sarà possibile fare un viaggio a bordo di se stessi, riscoprendo l'importanza di alcuni valori che si stanno purtroppo perdendo, convinti che le nuove tecnologie di comunicazione possano sostituirli o addirittura soppiantarli. Ma il romanzo è anche una tenue storia di migrazione al Nord Italia, di sacrifici e rinunce operate sullo sfondo degli anni del boom economico. È una storia con al centro la famiglia e un faro acceso su quegli errori che, se commessi, rischiano di tirare dentro il gorgo anche coloro che di tali errori non hanno colpa alcuna. Non esiste dunque un errore «silenzioso», ma ogni errore emette un frastuono, e l’autore in questo lavoro esamina le onde con cui esso si propaga. La scrittura di Antonio Cotardo è immediata, la sua penna non cerca artifici ma la via più semplice da percorrere per narrare la natura, i sentimenti, la genuinità di un tempo e tutti quei valori che giornalmente si sgretolano e che Cotardo, in poesia come in narrativa, cerca di ricomporre e rivivere. In appendice al romanzo, l’autore riporta poi alcuni dati Istat sulla ludopatia, dai quali si evince che nella sola città di Lecce la spesa pro-capite in termini di giochi e scommesse è di 1350 euro all’anno in giochi, e nella cittadina di Caprarica, dove vive l’autore, è addirittura di oltre 450 euro all’anno. Antonio Cotardo  è nato a Lecce e vive nel paesino di Caprarica di Lecce, dove ha un’attività volta alla cura del verde. Egli stesso ama definirsi poeta-contadino. Ha fatto della musica e della cultura le colonne portanti della sua giovane vita, un antidoto alla monotonia della realtà che combatte soprattutto attraverso lo studio del belcanto. Nel 2016 ha pubblicato la silloge «Venticinque», tradotta in lingua inglese.