A dirigere l'orchestra giallorossa, assumendosi tutte le responsabilità sia nel bene che nel male, è stato chiamato il tecnico romano, a cui sono state affidate le sorti calcistiche di un club decisamente proiettato verso la salvezza nella massima serie. Le sue scelte di formazioni, mettendo in campo gli elementi più in forma, e quindi utili allo scopo, rappresentano il mezzo indispensabile ed aprioristicamente necessario perché si conquistiino le vittorie. Quando esse risultano sistematicamente problematiche per inefficienza fisico atletica oltre che per coesione tattica, è proprio il trainer indiscusso che deve darsi una regolata cercando di evitare dannosi scompensi.
Queste verità, come successo contro il Genoa al Via del Mare, prima ancora che le sosteniamo noi, le decreta il terreno di gioco dimostrando come la squadra cambi decisamente volto con l'inserimento degli uomini giusti, lasciati colpevolmente in panca per far posto a calciatori improponibili. Era successo contro il Verona, si è ripetuto clamorosamente anche al cospetto dei liguri. Almeno tre calciatori, rispettivamente Majer, Shakov e Babacar, si sono rivelati fuori dal coro, ricomposto efficacemente nella ripresa con l'ingresso di Tabanelli, Farias e particolarmente Filippo Falco.
La squadra è improvvisamente rinata impattano lo 0-2 in favore dei genoani con un eurogol di Falco e servizio pennellato dello stesso fantasista per l'incornata di Tabanelli. Altra partita, altra storia sul punto di diventare entusiasmante con una doppia espulsione in casa rossoazzurra, che in una frazione limitata di tempo poteva sancire la vittoria di valenza eccezionale per il balzo in graduatoria e perché ottenuta contro una diretta concorrente.
Gli ottimisti per natura faranno i conti con una posizione comunque non allarmante, non considerando la tranquillità, al momento purtroppo allontanata.
Una menzione a parte merita l'arbitro Rocchi, attualmente primo fischietto italiano, capace di assegnare al Genoa due gol viziati da irregolarità  compensata poi con una doppia espulsione.
Il gusto agrodolce resta comunque in casa Lecce per la nuova occasione buttata al vento, dovendo continuare una via crucis che non finisce mai.