Un Toro insignificante, sconnesso, bruttissimo, apre la strada al primo successo casalingo di un Lecce d'improvviso assoluta protagonista.
Da una parte una squadra irresistibile, dall'altra un "complesso squinternato", lontanissimo parente della formazione "tutto cuore" che appassiona tuttora una folla ragguardevole di tifosi italici.
Una "cosa mai vista" su entrambi i fronti, con i granata di Mazzarri decotti ed inesistenti, abbattuti dai giallorossi, letteralmente rivitalizzati.
Solo l'imminente futuro stabilirà se ripartendo da questa gara possano bastare Barak, Saponara, Donati e Deiola per restituire ai salentini il ruolo della formazione sorpresa, autorevolmente attestata verso una tranquilla salvezza.
Al momento, nel registrare il "cappotto" di gol, siglato a vario titolo da Deiola, Barak, Falco e Lapadula siamo a plaudire per un successo inimmaginabile quanto opportuno ed efficace per risollevare l'ambiente salentino da uno stato assai depressivo.
Nel tessere i meriti del Lecce ultima edizione, come detto non si può assolutamente prescindere dalla prova da primato negativo offerta da un Toro sconfinato nel buio profondo di una "squadra derelitta".
Mai si era vista al "via del mare" una formazione così incapace tatticamente, tecnicamente, psicologicamente nel tenere palla, scambiarla, contrastarla, concludere, da poter essere inquadrata nella categoria delle compagini "troppo brutte per essere vere".
Le attenzioni preminenti riguardano però i giallorossi, che senza essere indotti a tentazioni intrise di gloria, aspettiamo prove più concrete come quella di Napoli del prossimo turno.
Le pagelle di rendimento odierno sfiorano però tutte punteggi ottimali, bisognevoli di altro conforto oggettivo scaturito da partite vere, diverse da quella a tratti virtuale, recitata da un Toro in crisi profonda, forse in antagonismo al proprio Mister.