Un intrigo che parte da un convento e si sviluppa per le vie di una Lecce che vive le vicende della Rivoluzione napoletana. Amore per la narrativa e passione per la storia sono gli ingredienti perfettamente fusi nel romanzo «La Sposa del Chiostro» di Sara Foti Sciavaliere edito da Il Raggio Verde. Un intreccio avvincente e una lettura fluida e appassionante che attraversa i luoghi e accompagna il lettore sorprendendolo fino alla fine. Questo è il «romance» di Sara Foti Sciavaliere, che di professione fa la guida turistica e della Lecce antica ne respira dunque le essenze. Non meraviglia, dunque, che la descrizione dei dettagli, la precisione storica di luoghi e avvenimenti rendano questo romanzo credibile agli occhi del lettore, cui non è difficile lasciarsi ammaliare da fascino della narrazione incentrata sulla figura di Virginia Bentivoglio. Ambientato a cavallo tra XVIII e XIX secolo, le vicende dei protagonisti si inseriscono nel contesto storico che scaturisce dal burrascoso periodo repubblicano del 1799 fino alla cacciata dei francesi nel maggio 1802 – quando appunto Virginia metterà piede fuori dal monastero di San Giovanni Evangelista – per poi assistere al ritorno del governo napoleonico nell’epilogo del romanzo, con un inaspettato colpo di scena. Virginia Bentivoglio è una filia matris ignotae, che per sconosciute ragioni incontra la benevolenza di Madre Matilde, l’Abadessa del monastero delle Benedettine di Lecce, la quale la vorrà con sé tra le educande dai nobili natali e le maldicenze bisbigliate nel silenzio del chiostro. Quando però sarà una postulante, a un passo dal noviziato, la Madre abadessa spingerà la giovane Virginia fuori dalle mura di San Giovanni Evangelista, affidandola alle cure di una benefattrice, la baronessa Celeste Lubelli. Le ragioni che muovono Madre Matilde non sono ancora chiare alla ragazza, a disagio fuori dal chiostro, finché nel corridoio di palazzo Lubelli incontra Giulio Tafuri, il fratello di Donna Celeste, che la porterà a scavare più a fondo dentro di sé e l’aiuterà a rintracciare quel suo passato ignoto, la verità che aveva preceduto il suo abbandono alla ruota dei gettateli. «La sposa del chiostro» è un romanzo storico, ambientato in Terra d’Otranto, principalmente a Lecce con qualche incursione a Gallipoli, a cavallo tra XVIII e XIX secolo. Le vicende dei protagonisti si inseriscono nel contesto storico che scaturisce dal burrascoso periodo repubblicano del 1799 fino alla cacciata dei francesi nel maggio 1802 – quando appunto Virginia metterà piede fuori dal monastero di San Giovanni Evangelista – , per poi assistere al ritorno del governo napoleonico nell’epilogo del romanzo, con un inaspettato colpo di scena. Seguire le vicende dei protagonisti significa anche camminare accanto a loro per le vie di una Lecce sulla soglia dell’Ottocento, guardare con i loro occhi una città che potrebbe rimandare a quella di oggi seppure in buona parte non aveva ancora subito le modifiche urbanistiche che seguiranno un secolo dopo e ricostruire per piccoli aneddoti fatti poco noti ma che sono tessere di una storia più ampia della città e del territorio. «L’abilità di Sara – scrive in prefazione Raffaele Polo -  è quella di far confluire una appassionante vicenda d’amore in una plausibile scena storica che privilegia la fine del diciottesimo secolo e ambienta nel Salento attuale la vita e le pulsioni dei protagonisti che si muovono in una Lecce (e in una Gallipoli) credibilissima e senza sbavature, più vicina all’attuale capoluogo di Terra d’Otranto di quel che si possa pensare». Vissuta tra Calabria e Sicilia, ma di origini pugliese da parte materna, Sara Foti Sciavaliere ha deciso di mettere radici in Salento. Laureata in Lettere Moderne con indirizzo artistico, è guida turistica e giornalista, da sempre con un grande passione per la scrittura. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati in antologie, poi un romanzo breve, L’altra metà del mio cielo (Delos Digital, 2017), e il romanzo storico Il profumo dei gelsomini (Pink Books, 2019).