Dall’Italia al Marocco a bordo di un vecchio ciclomotore Bravo del 1972. Un viaggio di quasi 4000 chilometri in 12-13 giorni per due salentini, Giulio Romito, fotografo leccese di 39 anni e Carlo De Pascalis, meccanico di Maglie, anch’egli in sella ad un altro Bravo. De Pascalis dovrà sorvegliare il buon funzionamento dei due motorini, ma servendosi di quel poco che può entrare in uno zaino, quindi attrezzi meccanici molto basilari. Partiranno da Biella il prossimo 18 aprile, attraversando la Francia, la Spagna fino a Gibilterra per poi imbarcarsi su un traghetto per Tangeri e poi altri 400 chilometri sul ciclomotore in Marocco fino a Marrakech. L’iniziativa fa parte di un progetto dell’associazione culturale «Brados» di Biella che organizza questi «Camel rally» nel mondo a bordo di ciclomotori. Ma Giulio Romito non è nuovo a queste imprese: nel giugno del 2022 percorse in bicicletta la distanza fra Milano ed Otranto attraverso la via Francigena e poi la ciclovia dell’Acquedotto pugliese. E nel 2017 a bordo di una Honda 650 Transalp andò da Londra fino al Kazakistan attraverso l’Iran e il Turkestan. «In realtà – spiega il fotografo leccese – dovevo arrivare fino in Mongolia, ma la moto ebbe dei problemi e dovetti rinunciare». Fu un viaggio avventuroso fra deserti e paesaggi mozzafiato e non privo di qualche imprevisto. «In questo tipo di viaggi – continua Giulio – gli imprevisti sono quelli che poi ti danno l’opportunità di intrecciare rapporti umani di grande valore. In Iran la moto ebbe dei problemi e trovai un meccanico, Jafar. Non solo mi aggiustò la moto, ma mi ospitò nella sua casa gratuitamente il tempo necessario che ci volle per sistemarla, più di una settimana. Mi dette degli indumenti di ricambio, e mangiavo ogni giorno con la sua famiglia. Alla fine, quando gli chiesi il conto da pagare, mi chiese una cifra ridicola, l’equivalente di 100 dollari, ma non li volle, perché a me potevano servire per il viaggio. Non sono riuscito ancora a mandarglieli per via delle difficoltà del sistema bancario dell’Iran che non può interagire con il nostro. Ma continuo a sentirmi continuamente con Jafar e ho promesso a me stesso che prima o poi andrò fin lì a ricompensarlo per quello che ha fatto». Fu grazie a Jafar che il viaggio continuò fino al Kazakistan, dove si interruppe definitivamente per un nuovo guasto irreparabile alla moto. Quello che sta per partire sarà forse un viaggio meno rischioso, almeno come paesi da attraversare, ma non meno privo di insidie anche per via del mezzo di locomozione molto retrò. Per rispettare la tabella di marcia, Giulio e Carlo dovranno percorrere almeno 300-350 chilometri al giorno, il che significa sei sette ore a bordo dei loro piccoli e antichi ciclomotori, dovendo anche dosare la velocità non potendo correre «a manetta» per tutto il tragitto per non stressare troppo i motori. Un viaggio, che necessariamente non potrà snodarsi attraverso autostrade, ma strade provinciali e comunali. Da Biella verso la Costa azzurra e poi, sempre lungo litoranea la Costa Brava di Barcellona, quindi Valencia fino a Gibilterra. Poi l’imbarco sul traghetto per Tangeri e da qui i due indomiti esploratori dovranno decidere se arrivare a Marrakech sempre lungo costa oppure avventurarsi nella più affascinante ma insidiosa regione dell’Atlante marocchino. Il tutto con soste notturne in tenda, e laddove si trova, in campeggi. E nello zaino ci sarà posto solo per pochi indumenti personali, in quanto si dovranno portare taniche di olio perché i moderni distributori di carburante non hanno più da anni la colonnina della miscela necessaria per quei ciclomotori molto datati. Insomma, una vera avventura. Poi a missione compiuta, il ritorno avverrà con mezzi più comodi, ma sempre con il fedele Bravo a carico (la legislazione del Marocco prevede che non si possa lasciare sul territorio nazionale il mezzo con il quale si è arrivati). Ma la missione, oltre ad entrare probabilmente nel Guinness dei primati, servirà ad uno scopo benefico: Giulio Romito ha infatti abbinato alla manifestazione la vendita di magliette con una grafica di riferimenti al viaggio e una produzione di foto-ritratti. Già sono stati raccolti 6000 euro che saranno devoluti al reparto di Oncologia pediatrica dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto.