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Roma - Lecce 2-1.
Il Lecce si suicida nel recupero. Due gol in tre minuti e tutti a casa.
Inevitabile partire dal minuto 90+1 nell'analisi di una partita che, diversamente, avrebbe ricevuto dei commenti dal tono: un Lecce più forte dell'arbitro e della pressione romanista, conquista 3 punti preziosissimi. Infatti, prima del patatrac finale, nonostante un arbitraggio quanto meno discutibile (non parliamo mai degli arbitri, ma qui è doverosa un'eccezione), con un rigore regalato alla Roma al minuto 1 e "generosamente" tirato male da Lukaku (bravo comunque Falcone a non buttarsi sull'altro lato), oltre che una gestione di falli e cartellini a senso unico, i giallorossi avevano respinto le folate di un ispirato Dybala e di una Roma comunque ben messa in campo dalla sagacia di Mourinho. Addirittura nella ripresa, approfittando di un allentamento della pressione romanista, i giallorossi avevano trovato il vantaggio con Almqvist.
Da quel momento in poi, i padroni di casa appaiono in netta difficoltá ed al netto di qualche isolata azione di Dybala e Lukaku, è il neo entrato Strefezza ad avere l'occasione più nitida.
Quindi i cambi di Mou ed il famigerato recupero. Nessuno segue Azmoun ed arriva il pari.
A quel punto il Lecce si scioglie e perde una palla mortifera in ripartenza (è un reato spazzare via piuttosto che ripartire dal basso con in campo 3 difensori centrali?) e Lukaku fa quello che sa fare meglio, ossia fare leva sul corpo, aggirare il difensore e gelare il portiere. 2-1 e Olimpico in estasi.
2 punti nelle ultime 6 gare, ma soprattutto due gol in tre minuti.
Il Lecce deve essere più cinico. A cosa serve essere belli se non si fanno punti? Nessun dramma, ma bisogna essere molto più concreti, altrimenti si fa dura.
E a San Martino c'è il Milan. Avanti Lecce!!!!