La storia che Giuseppe Pascali racconta nel suo ultimo libro, “Gli Spiziotti. Storia della banda dell’Ospizio Garibaldi di Lecce”, sembra contenere un filo conduttore con le tematiche della letteratura del novecento.
Dalla fine dell’ottocento per tutto il corso del novecento fino ai giorni nostri.
Ciò che la letteratura ha affrontato riguarda e riguarderà storie al margine. Joyce ed i protagonisti delle sue storie, personaggi comuni al margine delle loro stesse vite, delle loro stesse storie.
La Beat Generation ed i suoi emarginati, cantori di un’America diversa lungo le strade di un viaggio che scopre e riscopre, “volta la carta e lui non c’è più” diceva il poeta Fabrizio De André.
“Walk on the wilde side” cantava Lou Reed scandalizzando l’America, svelandone lati che una società, non ancora pronta, considerava impensabili.
Ferlinghetti, la provocazione. Burroughs e Bukowski, provocazione estrema.
Non più solo storie al margine, ma anche autori al margine. E la Milano di Bruno Brancher, la Lecce di Antonio Verri, Salvatore Toma, Edoardo De Candia.
E Lecce diventa Milano che diventa Dublino che diventa l’America che si fa mondo.
La musica abbraccia le parole. Le parole abbracciano la musica.
La musica unisce e si fa mezzo e riscatto di storie che altrimenti non sarebbero tali. Sarebbero “dimenticatoio”.

La ricerca di Giuseppe Pascali affronta un arco di tempo lungo ben 131 anni, partendo dal 1855, attraversando tutte le avanguardie letterarie che, dalla seconda metà dell’ottocento fino al finire del novecento, si sono susseguite nel corso della storia.
Quasi un gioco del destino che ha portato le storie di “Spiziotti” ad abbracciare la musica e ad intrecciarsi con le storie d’Italia e del mondo.
“Potere della musica” dice Pascali nel suo libro, ed è vero.

Giuseppe Pascali, al suo terzo libro sempre edito da “Capone Editore”, ha già pubblicato, infatti, “La banda di Lecce. Dal concerto cittadino alla Schipa D’Ascoli” (2006) e “Bande di Puglia. Il teatro sotto le stelle” (2008), affronta col piglio meticoloso del ricercatore la storia dei ragazzi dell’Orfanotrofio San Ferdinando divenuto, nel corso degli anni, Ospizio provinciale Garibaldi e, per finire, Istituto provinciale Garibaldi, che attraverso la musica hanno saputo riscattare la sorte avversa e le personali vicende.

Francesco Aprile