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Conto in fogli le mie rinunce, due poesie di Luciana Manco
- Redazione
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Poesia che sa di pelle e sangue, misto di sogni e sospiri di terra, che avvolge e spreme. Parole da vivere e non da leggere, ma da lasciarsi risucchiare, come le stesse parole sono un vortice che si risucchia da sé. Abolizione sistematica dei palpiti del cuore che si fanno onda che preme forte su pelle e sogni, malinconie e cervello, passato e futuro in un limbo perpetuo di immaginifica creazione.
L'artista Luciana Manco inaugura la nostra rubrica interamente dedicata alla poesia con due suoi testi.
Da oggi.
Vedi, adesso.
Io sono gesti scaduti.
Un pavimento d'orme.
Che nessuno preme più.
Conto in fogli le mie rinunce
che mi hanno resa alta.
Eppure da qui non archivio più ricordi.
Non scelgo più i ricordi.
Per fortuna mi hai uccisa senza farmi