
Andrea Laudisa, curatore della mostra, afferma che la stessa è stata pensata per dare spazio a talenti under 30, che ancora non hanno avuto molte possibilità di esporre i propri lavori, talenti che in modo differente hanno posato i loro occhi su paesaggi intimi e luoghi del reale, esplorando la bellezza non solo nella forma. Sette i fotografi che si intersecano con stili e tecniche differenti: se la Barsi illustra il principio del viaggio nella sua foga malinconica fatta di colori acidi e figure di passaggio colte nella transitorietà del luogo, il complemento discorsivo si schiude nei reportage di Roberto Capone e Mari Giaccari i quali raccontano fisicamente di luoghi lontani quali Parigi e Buenos Aires con la classicità del bianco e nero dove la maestria è data dalla nettezza geometrica della luce e dal particolare umano, in Capone, e dall´eco metafisico nella Giaccari. Le assenze caratterizzano il lavoro di Valentina Trisolino, la sua serie "_ i trasfertisti_" illustra al pari di altri non-luoghi la caducità di spazi scarni vissuti come un varco tra aspirazione e realtà. Chiara Fersini, con l´auto- ritrattistica, propone uno specchio del mondo interiore, esprimendo il disagio di un´intera generazione che ben si concretizza attraverso la tecnica della foto-manipolazione, immagini le sue che aiutano a fuggire e lenire la durezza della realtà. Chiudono la mostra ponendo l´accento sulla ricerca della bellezza, anche se con stili e tecniche differenti, Antonio Manzone, maestro del glamour e dell´eleganza al femminile, che nelle sue immagini scolpisce la sensualità come un dogma, e Andrea Laudisa che con i suoi nudi in polaroid propone lisergiche definizioni di bellezza in un´informalità psichedelica.