
I nostri sguardi fugaci, come occhi gettati al vento, al turbinio, alla sua frenesia e, poi, lo stagliarsi lento, imponente, di una dimensione visivo/immaginifica che rende vano ogni insinuarsi della modernità asfissiante nel gusto di un soffermarsi oltre raccogliendo, nell'immobilità poetico/statuaria di secoli di storia trascritti nel legno di un ulivo, tutta una serie di simboli, come ad esempio una chiave di violino, densi della frenesia sonora del moderno che apre ripetutamente al recupero del passato e di cui non può fare a meno.
F.A.