Domenica 15 aprile (ore 18.30 - ingresso gratuito) le Officine Cantelmo di Lecce, in collaborazione con FotoScuolaLecce, ospitano il vernissage della mostra fotografica di Knulp Malevich dal titolo The magic eye a cura di Alessandra de Donatis che resterà aperta sino al 29 aprile.
Nelle foto in mostra, stampate in Fine-Art da Bruno Barillari, vengono ritratti alcuni maestri della fotografia italiana e internazionale. Bernard Plossu, Chiara Samugheo, Ferdinando Scianna, Francesco Cito, Gabriele Basilico, Gian Paolo Barbieri, Gianni Berengo Gardin, Giovanni Gastel, Letizia Battaglia, Mario De Blasi, Robert Frank, Massimo Vitali, Rino Barillari, Ernesto Bazan, Tano D'Amico, Nino Migliori, Uliano Lucas e Eikh Hosoe sono "famosi artisti dell’otturatore e del diaframma, disposti a reggere un pezzo di vetro, quasi fosse la lente cristallina del loro occhio, e come in un film di Bunuel, ci giocano, quasi fosse una protesi distaccatasi dal loro corpo", come precisa nella presentazione del critico fotografico Pippo Pappalardo.
Nell'ambito del vernissage, che vedrà la partecipazione di Uliano Lucas, sarà presentato al pubblico "The Magic Eye", il libro edito da Il Raggio Verde curato da Ulderico Tramacere con il progetto grafico di Bruno Barillari.
"L’osservazione dei particolari ci spinge a vedere ciò che prima ci sfuggiva, ovvero l'anima di ogni maestro magicamente rappresentata dall’ingrandimento dell’occhio prodotto dalla lente", sottolinea Maurizio Lupi nell'introduzione del catalogo. "L'espansione dell’occhio, simbolo della visione dell’uomo sul mondo, mette in luce in maniera così forte le diverse e molteplici sensibilità umane dei fotografi tanto da rendere unico ogni singolo ritratto. In ognuno di quegli occhi ingranditi c’è un mondo di amore per gli altri e per la vita stessa".
"Ho sottoposto al “gioco” i grandi protagonisti della fatale invenzione (la fotografia) ed ognuno di loro mi ha donato una possibile risposta (un'immagine)", sottolinea l'autore. "A volte era umile, talvolta provocante, spesso sorridente (persino ironica), talaltra contraddittoria, quasi a volermi dire: “cosa vai cercando”? Ho capito, da questa esperienza, che neanche un cliché, una cornice, un espediente riesce ad imprigionare la complessità di un volto, per chi vuol guardare, per chi vuol farsi guardare. Ed io, dietro il mio pezzo di vetro (la macchina fotografica) - sempre più luminoso, sempre più artefatto - io resto ancora nascosto, guardando come un bambino, dentro l’occhio magico del mio strumento, confidando di aver indovinato la giusta sintonia, la registrazione di un’autentica presenza".
Nelle foto in mostra, stampate in Fine-Art da Bruno Barillari, vengono ritratti alcuni maestri della fotografia italiana e internazionale. Bernard Plossu, Chiara Samugheo, Ferdinando Scianna, Francesco Cito, Gabriele Basilico, Gian Paolo Barbieri, Gianni Berengo Gardin, Giovanni Gastel, Letizia Battaglia, Mario De Blasi, Robert Frank, Massimo Vitali, Rino Barillari, Ernesto Bazan, Tano D'Amico, Nino Migliori, Uliano Lucas e Eikh Hosoe sono "famosi artisti dell’otturatore e del diaframma, disposti a reggere un pezzo di vetro, quasi fosse la lente cristallina del loro occhio, e come in un film di Bunuel, ci giocano, quasi fosse una protesi distaccatasi dal loro corpo", come precisa nella presentazione del critico fotografico Pippo Pappalardo.
Nell'ambito del vernissage, che vedrà la partecipazione di Uliano Lucas, sarà presentato al pubblico "The Magic Eye", il libro edito da Il Raggio Verde curato da Ulderico Tramacere con il progetto grafico di Bruno Barillari.
"L’osservazione dei particolari ci spinge a vedere ciò che prima ci sfuggiva, ovvero l'anima di ogni maestro magicamente rappresentata dall’ingrandimento dell’occhio prodotto dalla lente", sottolinea Maurizio Lupi nell'introduzione del catalogo. "L'espansione dell’occhio, simbolo della visione dell’uomo sul mondo, mette in luce in maniera così forte le diverse e molteplici sensibilità umane dei fotografi tanto da rendere unico ogni singolo ritratto. In ognuno di quegli occhi ingranditi c’è un mondo di amore per gli altri e per la vita stessa".
"Ho sottoposto al “gioco” i grandi protagonisti della fatale invenzione (la fotografia) ed ognuno di loro mi ha donato una possibile risposta (un'immagine)", sottolinea l'autore. "A volte era umile, talvolta provocante, spesso sorridente (persino ironica), talaltra contraddittoria, quasi a volermi dire: “cosa vai cercando”? Ho capito, da questa esperienza, che neanche un cliché, una cornice, un espediente riesce ad imprigionare la complessità di un volto, per chi vuol guardare, per chi vuol farsi guardare. Ed io, dietro il mio pezzo di vetro (la macchina fotografica) - sempre più luminoso, sempre più artefatto - io resto ancora nascosto, guardando come un bambino, dentro l’occhio magico del mio strumento, confidando di aver indovinato la giusta sintonia, la registrazione di un’autentica presenza".