
A lui si devono importanti traduzioni di Federico Garcia Lorca, Miguel de Cervantes, Francisco de Salinas, Quevedo…Spagnolo d’adozione, dalla letteratura e dalla cultura spagnola è rimasto folgorato, forse per quell’accostamento, quella vicinanza col suo Salento, terra amata ed odiata all’inverosimile che ha caratterizzato gran parte della sua opera poetica e letteraria.
Autore che ha attraversato tutte le avanguardie artistiche del Novecento, a 18 anni, infatti, fonda un gruppo futurista, nel 1937 si trasferisce a Firenze per studiare alla facoltà di Filosofia per poi tornare a Lecce e curare con Oreste Macrì la terza pagina di “Vendetta Mediterranea” e collaborare a “Letteratura”. Pubblica le prime poesie e aderisce al movimento “Giustizia e Libertà”.
Ha lavorato in Spagna come lettore d’italiano ed ha insegnato, all’Università di Bari, Letteratura Spagnola.
È morto a Roma il 19 dicembre del 1970.
Francesco Aprile