Presidi del libro Regione Puglia, Comune di Nardò
Presentano
“Una storia nella storia” di Gilberto Salmoni. Una storia nella storia. Ricordi e riflessioni di un testimone di Fossoli e Buchenwald
a cura di A.M. Ori, Torino, EGA, 2005 (Quaderni di Fossoli 3), 160 pp., € 10,00.
Mercoledì 9 febbraio 2011, ore 10.30
Aula Magna del Liceo Scientifico G. Galilei - Via Ferri (Nardò)
La manifestazione è in collaborazione con Presidi del Libro e Regione Puglia, nell’ambito del programma Mese della Memoria. Dopo il Saluto del Dirigente Scolastico prof. ssa Emilia Fracella, interverranno il Sub Commissario Vicario, Viceprefetto dott. ssa Maria Santorufo , l’editore Dott. Livio Muci per Besa editrice, cui seguirà la testimonianza di Gilberto Salmoni, sopravvissuto ai campi di Fossoli e Buchenwald.
Il libro di Gilberto Salmoni è un altro testo di scrittura spontanea tra i molti che la memoria “a freddo” sta producendo in questi anni e che non mancano di aggiungere tasselli testimoniali sempre preziosi quanto tragicamente evocativi. Ma questo testo è, in un certo senso, stra-ordinario per la tesi di fondo che l’autore sostiene e che è anticipata, nelle sue premesse, dal sottotitolo: Ricordi e riflessioni, scrive Salmoni: cioè viene assolto, per così dire, il dovere della testimonianza, ma poi sono le due sfere, quella affettiva e quella razionale, che intervengono ad organizzare il percorso mentale del riaffioramento e della rielaborazione. Salmoni fu un deportato razziale genovese di soli sedici anni, prima internato a Fossoli, poi deportato a Buchenwald, fortunatamente rimasto sempre insieme al fratello maggiore. Scomparvero invece ad Auschwitz la madre, il padre e la sorella. Le tappe della deportazione sono ricostruite con precisione, ma anche con leggerezza, quasi volendo riportare sulla pagina l’innocenza dell’adolescente che solo molto più tardi, a detta dello stesso autore, saprà collocare la sua storia personale in un meccanismo da indagare secondo un ottica sistemica.
La stra-ordinarietà della tesi dell’autore è quella di una, per così dire, nostalgia di uno stato esistenziale irrepetibile nel dopo-Lager e nel presente. C’è come il rimpianto per una innocenza perduta. L’autore non parte dal pensiero materialistico per individuare nelle sovrastrutture alienanti in cui siamo immersi le ragioni dello snaturamento della condizione umana, le cause della competizione o della violenza presenti nel vivere sociale. Semplicemente parte dai ricordi e dalle emozioni di un ragazzo deportato ingenuo e, in qualche modo, protetto dagli adulti, per individuare ciò che è possibile cogliere di grande e di eroico nel comportamento umano di fronte all’estremo. L’alienazione del presente emerge, per così dire, da questa incredibile controprova sperimentale. Salmoni chiama quella del Lager una situazione di laboratorio. (Maria Grazia Davoli – Fondazione Memoria della deportazione, biblioteca archivio Pina e Aldo Ravelli)
Presentano
“Una storia nella storia” di Gilberto Salmoni. Una storia nella storia. Ricordi e riflessioni di un testimone di Fossoli e Buchenwald
a cura di A.M. Ori, Torino, EGA, 2005 (Quaderni di Fossoli 3), 160 pp., € 10,00.
Mercoledì 9 febbraio 2011, ore 10.30
Aula Magna del Liceo Scientifico G. Galilei - Via Ferri (Nardò)
La manifestazione è in collaborazione con Presidi del Libro e Regione Puglia, nell’ambito del programma Mese della Memoria. Dopo il Saluto del Dirigente Scolastico prof. ssa Emilia Fracella, interverranno il Sub Commissario Vicario, Viceprefetto dott. ssa Maria Santorufo , l’editore Dott. Livio Muci per Besa editrice, cui seguirà la testimonianza di Gilberto Salmoni, sopravvissuto ai campi di Fossoli e Buchenwald.
Il libro di Gilberto Salmoni è un altro testo di scrittura spontanea tra i molti che la memoria “a freddo” sta producendo in questi anni e che non mancano di aggiungere tasselli testimoniali sempre preziosi quanto tragicamente evocativi. Ma questo testo è, in un certo senso, stra-ordinario per la tesi di fondo che l’autore sostiene e che è anticipata, nelle sue premesse, dal sottotitolo: Ricordi e riflessioni, scrive Salmoni: cioè viene assolto, per così dire, il dovere della testimonianza, ma poi sono le due sfere, quella affettiva e quella razionale, che intervengono ad organizzare il percorso mentale del riaffioramento e della rielaborazione. Salmoni fu un deportato razziale genovese di soli sedici anni, prima internato a Fossoli, poi deportato a Buchenwald, fortunatamente rimasto sempre insieme al fratello maggiore. Scomparvero invece ad Auschwitz la madre, il padre e la sorella. Le tappe della deportazione sono ricostruite con precisione, ma anche con leggerezza, quasi volendo riportare sulla pagina l’innocenza dell’adolescente che solo molto più tardi, a detta dello stesso autore, saprà collocare la sua storia personale in un meccanismo da indagare secondo un ottica sistemica.
La stra-ordinarietà della tesi dell’autore è quella di una, per così dire, nostalgia di uno stato esistenziale irrepetibile nel dopo-Lager e nel presente. C’è come il rimpianto per una innocenza perduta. L’autore non parte dal pensiero materialistico per individuare nelle sovrastrutture alienanti in cui siamo immersi le ragioni dello snaturamento della condizione umana, le cause della competizione o della violenza presenti nel vivere sociale. Semplicemente parte dai ricordi e dalle emozioni di un ragazzo deportato ingenuo e, in qualche modo, protetto dagli adulti, per individuare ciò che è possibile cogliere di grande e di eroico nel comportamento umano di fronte all’estremo. L’alienazione del presente emerge, per così dire, da questa incredibile controprova sperimentale. Salmoni chiama quella del Lager una situazione di laboratorio. (Maria Grazia Davoli – Fondazione Memoria della deportazione, biblioteca archivio Pina e Aldo Ravelli)