
Passione, coraggio, voglia di riscatto ed emozione. Tutto questo si racchiude nel romanzo di Valerio Massimo Manfredi, ieri ospite della seconda serata de «Ergo sum», il festival della letteratura siglato dall'associazione culturale Titania in collaborazione con Comune di Cavallino e Regione Puglia - Assessorato al Mediterraneo. In un dialogo con Raffaele Gorgoni, Manfredi, archeologo e studioso del mondo classico, ha presentato il suo nuovo libro «Il mio nome è Nessuno - Il ritorno» (Mondadori), secondo volume di una trilogia iniziata lo scorso anno con «Il mio nome è nessuno - Il giuramento», spiegando la sua scelta di scriverlo in prima persona per dare una razionalizzazione di quello che viene narrato. In questo modo il lettore viene catapultato in questo mondo antico, fatto di gesta coraggiose, sangue, amori indissolubili e sensazioni forti. La sua è un'ambientazione realistica, «la scena e le persone sono vive, diventa tutto vero e vivo», ha spiegato lo scrittore ed archeologo emiliano, che ha poi raccontato il ritorno dell'eroe a Itaca, con la sua scrittura lineare ma soprattutto emotiva, «perché una vita di emozioni vale la pena di essere vissuta». È un Odysseo più umano e meno divino quello di Manfredi, un eroe grazie al quale il lettore si può rispecchiare, un uomo che, dopo ardue imprese, il suo solo pensiero è quello di tornare dalla donna che ama. Manfredi è il primo autore che ha scritto l'intera storia del re di Itaca, dove è presente tutta la storia dell'Odissea, di cui la prima parte è stata narrata nel precedente libro. Deliziando il pubblico attraverso alcune letture profonde del romanzo, Valerio Massimo Manfredi ha dichiarato la grande potenza del canto epico, di cui Raffaele Gorgoni ne ha esaltato la forma mentis, sostenendo che è stata la cosa più riuscita del libro.
Di Eugenia Giannone