
"Se siamo ancora Paese bisogna ritrovare lo spirito dei tempi migliori", chiosava Aldo Bello nel 2006 sulla rivista Apulia, da lui fondata e diretta per un arco di tempo lungo quasi quarant'anni, edita da Banca Popolare Pugliese. Apulia è stata un traguardo fatto di partenze, di slanci, di quello che si chiede al desiderio quando gli occhi si aprono e si inizia a scrivere. Nella mescolanza, nel mescere scritture diverse, nel mestiere del fare pensiero, Apulia ha convogliato scritture e personalità del panorama europeo, dall'economia alla politica, mischiando le carte, facendo poesia, col parallelo apporto dei poeti e narratori che dal Salento partirono con le loro avventure di carta, in quegli anni '80 dell'arrembaggio poietico.
Aldo Bello è morto nella notte fra il 26 e il 27 dicembre, a Roma. Giornalista, scrittore, inviato speciale per la Rai e poi direttore di Televideo Rai e altro. Ancora.
Ad Aldo Bello, scriveva l'amico poeta Antonio L. Verri "alle sue sconfinate ossessioni" (in La Betissa) che poi sarebbero diventate "le lucide ossessioni" ne I Trofei della città di Guisnes.
Ad Aldo Bello.